Bergamo, volano i protesti:
valore medio cresciuto del 45%

Per i protesti la provincia di Bergamo è ventesima nella classifica complessiva dell'incremento percentuale tra il 2008 e il 2010 (con un più 16,3%) e addirittura 4ª realtà per incremento del valore medio del titolo protestato, + 44,8%.

La «cattiva moneta», come ovvio, dilaga negli anni della crisi economica. E Bergamo non fa eccezione. Il biennio 2009-2010 su questo fronte appare davvero pesante e non solo vede la nostra provincia protagonista (suo malgrado) nella classifica delle realtà territoriali più colpite per crescita dei protesti, ma addirittura la proietta ai vertici per crescita del valore medio dei titoli (cambiali, tratte e assegni) emessi ma non onorati.

La provincia di Bergamo è infatti ventesima nella classifica complessiva dell'incremento percentuale tra il 2008 e il 2010 del numero di protesti registrati (con un più 16,3%) e addirittura 4ª realtà per incremento del valore medio del titolo protestato, con una crescita del 44,8%.

È un quadro piuttosto preoccupante quello che ha delineato D.A.S. Italia, compagnia di Alleanza Toro specializzata nella tutela legale, analizzando i dati Istat e Camere di commercio riferiti all'andamento dei protesti 2010. Crotone, Salerno, Frosinone, Ragusa sono le province più protestate d'Italia, mentre Bolzano, Trento e Belluno le più virtuose.

Nel 2010 il numero dei protesti (che si attestano complessivamente a 1,38 milioni di titoli) ha subito un calo del 7,2% rispetto all'anno precedente: tuttavia il fenomeno rimane molto diffuso, sia tra i consumatori, sia tra gli imprenditori.

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 21 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA