Economia / Bergamo Città
Mercoledì 04 Maggio 2011
Marcegaglia: 5-6 mila a Bergamo
Solo imprenditori, i politici fuori
Le assise generali di Confindustria, in programma sabato 7 maggio a Bergamo «saranno una grandissima occasione di ascolto delle esigenze degli imprenditori, per arrivare a redigere un'agenda di priorità per Confindustria». Parola di Emma Marcegaglia.
Le assise generali di Confindustria, in programma sabato 7 maggio a Bergamo «saranno una grandissima occasione di ascolto delle esigenze degli imprenditori, per arrivare a redigere un'agenda di priorità per Confindustria». Così la presidente dell'associazione degli industriali, Emma Marcegaglia, annuncia i lavori, a Radio 24, in diretta nella trasmissione «Nove in punto» di Oscar Giannino.
«Un momento così difficile per il Paese - ha detto Marcegaglia - richiedeva una decisione diversa e coraggiosa. Per questo, siamo andati a guardare la nostra storia: l'ultima grande assise fu fatta nel 1992, in un momento drammatico e difficile, quello di Tangentopoli. Non siamo in un momento come quello, ma comunque in una fase difficile e di discontinuità».
Si tratterà quindi di una grande riunione di «5-6mila imprenditori, senza politici, sindacalisti, rappresentanti delle istituzioni, stampa. Vogliamo guardarci in faccia in modo completamente libero. Non ci sarà neanche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Verrà Montezemolo come imprenditore, ma non nasce nessun nuovo partito politico».
L'incontro, ha spiegato la presidente, «servirà a ragionare su noi stessi, con un'operazione di ascolto della nostra base. Non è il presidente che dà un messaggio; partiamo dagli imprenditori per redigere un'agenda di poche priorità chiare. Confindustria rappresenta le imprese e la valorizzazione dell'eccellenze. C'è la volontà di guardarsi in faccia e di cambiare Confindustria. Ragioneremo sulle nuove sfide, quali l'internazionalizzazione e le relazioni industriali. La concorrenza è forte ed è importante prendere degli impegni per uscire dalla situazione nella quale il Paese cresce troppo poco ed è un Paese anestetizzato».
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