Economia / Isola e Valle San Martino
Mercoledì 10 Novembre 2010
Indesit, dall'incontro a Roma
spiragli per 153 lavoratori
Potrebbe ripartire dalla logistica la reindustrializzazione dell'area di 120mila metri quadrati dello stabilimento Indesit di Brembate Sopra, secondo la proprietà del Gruppo Merloni destinato a chiudere i battenti nell'ambito della riorganizzazione a livello nazionale prevista dal piano industriale per il triennio 2010-2012.
Il dato è emerso nel corso dell'incontro svoltosi mercoledì 10 novembre, presso il ministero delle Attività produttive a Roma dove le organizzazioni sindacali e l'azienda sono tornate ad incontrarsi per proseguire le trattative.
«In base a quanto abbiamo appreso dalla società di servizi che sta operando per il ricollocamento dei 432 addetti dello stabilimento bergamasco – ha spiegato al termine Emilio Lollio, presente alla discussione per la Uilm di Bergamo – sono attualmente 6 le aziende, tutte della provincia, che hanno manifestato interesse a mettere in campo o a partecipare a progetti di reindustrializzazione. In totale i posti di lavoro disponibili sarebbero 153, 127 dei quali assicurati da due realtà operanti nel campo della logistica».
Nel corso della discussione non è invece emerso in maniera ufficiale il nome della N&W Global Vending, l'azienda di Valbrembo che produce distributori automatici di snack e bevande, anche se i sindacati continuano ad auspicare un suo coinvolgimento diretto per garantire un futuro al sito di Brembate.
«Per il momento – ha aggiunto Lollio – si tratta a nostro giudizio di una buona base di partenza. Ora, però, bisogna lavorare per assicurare complessivamente gli attuali livelli occupazionali».
Le parti torneranno ad incontrarsi a fine novembre per quella che potrebbe essere la partita decisiva nella difficile vertenza: «Oggi – ha aggiunto Gianluca Ficco, responsabile nazionale del settore elettrodomestici della Uilm – abbiamo anche portato a casa il via libera della Indesit a concedere incentivi all'esodo volontario pure a coloro che non hanno i requisiti per agganciare la pensione. Gli importi dovranno evidentemente essere definiti in un tempo successivo. In ogni caso, valutando approssimativamente che a Brembate ci sono una cinquantina di dipendenti che potrebbero beneficiare dello scivolo pensionistico, saremmo vicini alla metà del numero complessivo di addetti per i quali esiste già una prospettiva concreta».
Resta ora da garantire il futuro anche degli altri: «Certo è – ha rimarcato in questo senso Ficco – che nel prossimo incontro chiederemo all'azienda tempi certi sui piani di reindustrializzazione e garanzie precise affinché nessun lavoratore venga licenziato. Sulla capacità di coniugare questa duplice esigenza si misureranno gli esiti della discussione».
«Queste dimostrazioni di interesse - afferma Ferdinando Uliano della Cisl - sono insufficienti a garantire gli obiettivi che ci poniamo per dare una prospettiva seria e possibile a tutti i 430 dipendenti della fabbrica di Brembate. Pertanto la verifica che verrà fatta all'inizio di dicembre ci consentirà di vedere se anche altri contatti possano concretizzarsi, offrendo altre e superiori disponibilità Abbiamo ribadito che siamo indisponibili a soluzioni senza prospettive certe ai dipendenti coinvolti, e questa è l'impostazione che daremo al negoziato a partire dal prossimo dicembre».
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