Per salvare l'ex «Legler»
in campo anche Confindustria

Mentre il Tribunale di Bergamo sta valutando le carte legate ai destini dell'ex Legler cominciano a prendere forma i possibili scenari futuri, soprattutto se si emanerà il decreto che converte l'attuale amministrazione straordinaria in fallimento.

Mentre in queste ore il Tribunale di Bergamo sta valutando le carte legate ai destini dell'ex Legler, oggi Texfer, cominciano a prendere forma i possibili scenari futuri, soprattutto se Palazzo di Giustizia (il responso è atteso tra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima) emanerà il decreto che converte l'attuale amministrazione straordinaria in fallimento.

A quel punto proprio il tanto temuto fallimento potrebbe paradossalmente trasformarsi in un'opportunità per quegli imprenditori finora tenuti lontano dai timori di doversi «accollare», oltre allo stabilimento di Ponte San Pietro, anche i tre siti sardi di Macomer, Ottana e Siniscola.

Caduto questo vincolo, la storica realtà bergamasca potrebbe come d'incanto ritrovare «appeal» presso il mercato e i suoi 290 dipendenti una nuova speranza di riconversione. Dipendenti che potrebbero ridursi (non di molto, naturalmente) a seguito della firma della mobilità volontaria avvenuta proprio martedì ed espressamente richiesta da qualche lavoratore che riuscirebbe a ricollocarsi.

Un fermento alimentato anche dalla riunione di ieri mattina del Tavolo territoriale in Provincia, dove Confindustria Bergamo, presente con il direttore generale Guido Venturini, ha ribadito il suo impegno «nel fare tutto il possibile perché il caso ex Legler trovi una soluzione. Invieremo un dossier tecnico sul sito di Ponte ai nostri associati e ci renderemo anche carico di andare a fondo e di assistere da vicino eventuali imprenditori interessati. Ci piacerebbe però - ha concluso Venturini - che anche dagli enti locali o dalla Regione arrivassero novità positive, visto che ad esempio in Piemonte sono stati promossi forti incentivi per attirare gli investimenti».

Anche nei sindacati è rifiorita la speranza, seppur condita da un'obbligatoria dose di prudenza: «Prendiamo atto dell'impegno di Confindustria: potrebbe rivelarsi prezioso, anche nei confronti di imprenditori non necessariamente bergamaschi».

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