Economia
Martedì 12 Ottobre 2010
Coldiretti sul piede di guerra:
«Dalla Brebemi troppe ferite»
Una striscia di asfalto lunga oltre 26 km, che toccherà dieci Comuni (Calcio, Covo, Antegnate, Fornovo S. Giovanni, Bariano, Fara Olivana, Caravaggio, Treviglio e Casirate D'Adda), stravolgerà 150 aziende agricole e «divorerà» 2.940.000 mq di terreno agricolo (2.640.000 mq per la sede autostradale e 300.000 mq per opere minori e complementari in carico a Brebemi).
Sono questi i numeri della Brebemi con cui si sta confrontando l'agricoltura bergamasca. Una ferita aperta nel cuore più fertile della provincia, una scure che si abbatte senza alcuna distinzione su attività produttive, che oltre ad essere il fiore all'occhiello del settore, danno lavoro a molti giovani e a molte famiglie.
«Sappiamo che l'autostrada ha utilità generale – afferma il presidente di Coldiretti Bergamo Giancarlo Colombi - ma non comprendiamo perché sia soprattutto il settore agricolo a doverne sopportare i costi maggiori. Numerose imprese agricole verranno stravolte da questa opera e dovranno rivedere i loro assetti aziendali, accollandosi nuovi costi e nuovi sacrifici Alcune si vedranno portare via solo pochi metridi terra, ma altre vedranno cadere sotto i colpi delle ruspe stalle e capannoni, il lavoro di una vita».
A preoccupare sono anche gli aspetti legati ai rapporti tra la Brebemi e il mondo agricolo. Secondo la Coldiretti bergamasca troppi accordi sono stati disattesi, aggiungendo al danno altro danno. «Un capitolo particolarmente critico è quello dei risarcimenti per gli espropri – sottolinea Colombi -; in base ad accordi ben precisi, l'80% del valore del terreno espropriato doveva essere erogato entro 60 giorni. Questi accordi però sono stati completamente disattesi e oggi le imprese agricole non solo si trovano a fare i conti con i cantieri già avviati, ma non possono neppure contare sugli indennizzi necessari per proseguire l'attività».
La Coldiretti denuncia che anche l'Alta velocità pende come una spada di Damocle sulla testa degli agricoltori. «La Brebemi e l'Alta velocità sono legate tra loro – spiega il direttore di Coldiretti Bergamo Lorenzo Cusimano – ma hanno tempi e modi di realizzazione completamente diversi. Per le aziende interessate questo vuol dire conoscere l'inizio dei lavori ma non conoscerne la fine. Un'impresa agricola deve obbligatoriamente programmare i propri lavori, ma in queste condizioni è impossibile farlo».
Per Coldiretti il problema non è rappresentato solo da questa o da quella infrastruttura viaria, ma da come si vuole gestire il territorio nel suo complesso. «Oggi ci troviamo a fare i conti con Brebemi e Alta velocità – conclude Cusimano – ma prossimamente verrà realizzata anche la Pedemontana e assisteremo ad un altro scempio della nostra agricoltura. Non possiamo continuare a “consumare” il nostro territorio e a cementificare senza un minimo di programmazione. Il nostro è un grido d'allarme che interessa in primo luogo i nostri associati ma che deve essere ascoltato da tutti perché il terreno agricolo non è un bene rinnovabile e non è neppure una risorsa infinita».
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