Economia
Martedì 15 Ottobre 2002
Coldiretti contro il metanodotto
Preoccupazione per l’impatto che potrà avere l’impianto che realizzerà la Snam: il tracciato attraversa infatti una zona ricca dal punto di vista agricolo ed enologico.
Secondo la Coldiretti di Bergamo, il metanodotto per la centrale Italgen, potrebbe provocare ingenti danni a carico del territorio e delle aziende agricole, che difficilmente potranno essere completamente risarciti, in quanto largamente superiori alla semplice sottrazione di terreno.
"Ancora una volta - sostiene il presidente Francesco Mapelli - gli interessi del mondo agricolo non sono stati assolutamente considerati: non siamo stati infatti neppure consultati su questo argomento. E’ l’ennesimo esempio dello scarso valore che si dà all’ambiente e al territorio. Ci sono aree in cui gli equilibri ambientali sono già fortemente compromessi e la realizzazione del metanodotto non farà altro che peggiorare la situazione".
Il metanodotto, complessivamente di 40 chilometri, che inciderà complessivamente su una superficie di 0,8 chilometri quadrati, è un’opera prevista in due parti: da Crema a Chiuduno si tratta di un raddoppio già programmato da parte della Snam, mentre è di 15 chilometri il collegamento a Villa di Serio. Italgen sottolinea che il progetto prevede il ripristino totale delle zone attraversate e che l’impegno per contenere l’impatto ambientale è evidenziato anche dal fatto che è stata concordata la realizzazione tra Albano e Villa di Serio di due gallerie di due chilometri.
«La Coldiretti non resterà a guardare - dichiara in ogni caso il direttore Mario Mancini -; abbiamo già dato mandato ai nostri legali affinché venga fatto il possibile per evitare l’ennesimo scempio del territorio e la distruzione di aziende agricole efficienti, costruite con anni di sacrifici e impegno».
Dall’Eco di Bergamo del 15/10/02
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