I Barbapapà
di Foppadretti

Sono nati tra uno scarabocchio e l'altro in un fumoso bistrot parigino in piena rivolta studentesca e sono diventati un vero e proprio fenomeno. Famosi a tal punto che hanno influenzato la lingua italiana e sono ritornati in voga dopo 40 anni dalla loro nascita. Sono i Barbapapà, con le loro forme morbide in continua trasformazione. Complici del loro successo anche due aziende bergamasche che hanno intuito il potere del brand e il suo appeal sui giovani e non solo. Cartiere Pigna e Foppapedretti hanno infatti realizzato con i coloratissimi Barbapapà nuove collezioni: l'azienda di Alzano Lombardo da due anni firma infatti una linea a loro dedicata con una lunga serie di prodotti di cartotecnica e accessori che comprende zaini, astucci, quaderni, penne e matite. Si tratta di una licenza esclusiva che Pigna ha su tutto il territorio italiano.

La collaborazione tra Barbapapà e Foppapedretti è invece nuova di zecca: l'azienda di Grumello del Monte ha presentato giovedì 16 settembre in anteprima alla fiera di Colonia la loro nuova collezione infanzia dedicata ai Barbapapà. Foppapedretti ha infatti acquisito l'esclusiva per commercializzare in tutta Europa e in Russia una linea che ha come protagonista la celebre famiglia nata dalla penna di Talus Taylor e sua moglie Annette Tison e che sarà in vendita nei negozi a partire dai primi mesi del 2011. Da Barbabarba a Barbottina, da Barbabella a Barbaforte, i colori e i sorrisi di questa famiglia dai sani principi colorerà lettini e passeggini, box e seggioloni e tanti accessori.

E le due aziende bergamasche, dato il successo e l'espansione del fenomeno dei Barbapapà, pare proprio abbiano centrato il bersaglio: ormai è infatti assodato che il mondo dell'infanzia è uno dei più potenti dal punto di vista commerciale. I più piccoli sono sempre più dei grandi consumatori, assumendo un ruolo da protagonista nel mondo dei consumi, capaci di determinare ingenti fatturati e di influenzare i comportamenti di acquisto degli adulti. Basta osservare il mondo della pubblicità per rendersene conto, ma basta anche osservare lo stesso brand dei Barbapapà.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 17 settembre

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