Quasi un quarto delle assunzioni del 2010 delle aziende bergamasche saranno di extracomunitari. Lo sostiene un'elaborazione della Fondazione Leone Moressa su dati Excelsior-Unioncamere-Ministero dell'interno, in base alla quale in valori assoluti Bergamo sarà quest'anno la nona provincia d'Italia per assunzioni di immigrati, dopo Roma, Milano, Torino , Firenze, Parma, Verona e Brescia.
Le previsioni per Bergamo per quest'anno sono di 2.150 assunzioni non stagionali di immigrati, pari al 24,3% del totale delle assunzioni. In sostanza la crisi, almeno per quanto riguarda le previsioni di nuove assunzioni - mentre il discorso risulta un po' differente per le espulsioni dal mondo del lavoro - non toccherebbe gli extracomunitari, per i quali anzi la domanda è in crescita. Infatti, mentre l'indagine Excelsior stima per quest'anno una flessioni delle assunzioni non stagionali a quota 8.850, dalle 8.970 del 2009 e dalle 14.980 del 2008, salirebbe da 1.650 a 2.150 la richiesta di personale immigrato, a fronte invece di un calo della ricerca di personale non immigrato.
In particolare le assunzioni di stranieri riguarderebbero a Bergamo professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (32,6% del totale), smentendo il luogo comune che agli immigrati siano riservati principalmente lavori da «generico». A richiedere personale straniero, inoltre, sono in particolare le aziende di non piccola dimensione, quelle oltre i 50 dipendenti (51,6% delle richieste).
Anche a livello italiano sono prevalentemente le imprese sopra i 50 dipendenti (41,7%) a ricercare manodopera straniera da impiegare nei servizi alle persone (21,8%), richiedendo lavoratori con esperienza nel settore (54,6%) e qualificati nel commercio e nei servizi (27%).
«La ripresa delle assunzioni di stranieri in Italia - dichiarano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa - è il primo ma ancora timido segnale di risveglio dell'attività economica, dopo un 2009 caratterizzato da una flessione nelle assunzioni di manodopera immigrata del 31%. Se si considera che per i 20 mila nuovi posti di lavoro disponibili in più rispetto allo scorso anno si preferiranno lavoratori stranieri, allora occorre riflettere sulle reali esigenze del mondo produttivo che non ha smesso di ricercare queste figure lavorative.
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