Economia
Sabato 24 Luglio 2010
Non cala la crisi del commercio
I piccoli negozi chiudono
La crisi del commercio, con la diminuzione di vendite dei prodotti, alimentari e non, che va a colpire in particolar modo i negozi più piccoli, si conferma anche in tutta la Bergamasca. Si tratta di una realtà dimostrata non solo dai dati dell'Istat e dalla Camera di Commercio orobica ma anche dalle valutazioni delle organizzazioni di categoria Ascom e Confesercenti.
I sintomi, tutt'altro che incoraggianti, di un calo significativo delle vendite in tutta la Bergamasca sono presenti da diversi mesi: «Nel commercio i segnali di ripresa sono ancora labili – spiega Filippo Caselli vicedirettore di Confesercenti Bergamo – e anche la Bergamasca segue il trend negativo del Paese che a maggio registra l'1,9% in meno di vendite su base annua. Tutto questo non stupisce perché è la conseguenza di una dinamica dei consumi ancora negativa».
Su Bergamo, le statistiche più recenti di cui si può disporre sono i dati congiunturali relativi ai primi tre mesi del 2010 resi noti recentemente dalla Camera di Commercio cittadina. «Le vendite sono ancora distanti con il -2,5% dai livelli già non elevati di un anno fa – continua Caselli –. Il dato più preoccupante riguarda il fatto che la tendenza negativa delle vendite è in corso da ben nove trimestri consecutivi con la conferma, in provincia come in regione, del rallentamento della dinamica negativa su base annua. Sul trimestre precedente la variazione congiunturale a Bergamo resta negativa con un -3,7%. Qualche timido miglioramento con un lieve recupero negli ultimi trimestri si riscontrava nel commercio al dettaglio non alimentare e nella grande distribuzione organizzata».
La crisi colpisce tutti, non risparmia nessuno, e si abbatte sempre di più sui negozi che hanno dimensioni ridotte. A fotografare il fenomeno, presente nella realtà nazionale e in particolar modo in tutta la Bergamasca, è Oscar Fusini vicedirettore di Ascom Bergamo: «Le realtà commerciali più piccole appaiono sempre meno accessibili e attrattive – spiega – e gli acquisti diminuiscono sensibilmente».
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