Economia / Valle Brembana
Giovedì 15 Luglio 2010
Linificio capinificio di Villa d'Almè
previsti 63 esuberi su 98 persone
Il Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d' Almé ha annunciato la volontà di licenziare 63 dei 98 dipendenti attualmente in servizio. In esubero ci sono 54 operai e 9 impiegati, 63 lavoratori in tutto appunto, che per il Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d'Almè significa pressoché lo svuotamento. Infatti nello storico stabilimento tessile, che fa parte del gruppo Marzotto, lavorano attualmente 98 persone. Con 63 lavoratori in meno ne resteranno 35, 14 operai e 21 impiegati.
«Non ci aspettavamo una soluzione del genere - spiega Francesco Corna, segretario provinciale di Femca Cisl -. I lavoratori sono senza parole: delusi e amareggiati. Con 14 operai cosa si potrà ancora fare a Villa d'Almè? Pensare che fino a pochi anni fa in Bergamasca erano più di 500 nel gruppo: ora quella storia gloriosa è praticamente azzerata».
Enio Cornelli della Filctem-Cgil, all'uscita dell'assemblea, sottolinea: «Cinque anni fa, quando i dipendenti erano duecento, iniziò la fase di tagli. Gli ultimi lavoratori in esubero hanno lasciato il linificio all'inizio dello scorso gennaio. Pensavamo che, davvero, sarebbero stati gli ultimi, anche se l'azienda continuava a non andar bene. Tuttavia la fabbrica era stata, nei mesi scorsi, ristrutturata per adeguare gli spazi alla ridotta capacità produttiva».
«Ora ancora tagli. Manifestiamo una forte contrarietà, naturalmente, sia perché il Linificio ha sempre parlato dell'alto valore del made in Italy e con così pochi operai sarà difficile continuare a farlo, sia perché con numeri così bassi è davvero difficile immaginare un futuro di ripresa».
Con l'annuncio di oggi partono i 75 giorni previsti per la trattativa. Un incontro con l'azienda è già fissato per la mattina del 22 luglio (nel pomeriggio, poi, si svolgeranno le assemblee). Oltre agli esuberi bergamaschi, è stato anche già prefigurato il destino, ancora più duro, dei lavoratori dello stabilimento a Fossalta di Portogruaro, in provincia di Venezia, dove lavorano in 206. La proprietà ha deciso di chiuderlo.
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