Migliora la situazione alla Novem
Dai 110 esuberi si è scesi a 50

Alla fine è sceso a quota 50 il numero massimo di lavoratori che Novem di Bagnatica potrà mettere in mobilità: l'accordo è stato raggiunto venerdì scorso ma sottoscritto lunedì 21 giugno, dopo averlo sottoposto al giudizio dei lavoratori. Si dimezza così la cifra di 110 esuberi che all'inizio del 2009 era stata annunciata dall'azienda per il sito bergamasco.

L'azienda multinazionale tedesca, con stabilimenti in Germania, Italia (a Bagnatica, appunto), in Slovenia, nella Repubblica Ceca e in Cina, è specializzata nella produzione di inserti in radica per auto di lusso (lavora per Maserati, Alfa Romeo, Lancia, Volkswagen, Audi, Mercedes, Rover, Volvo e Renault). Nello stabilimento di Bagnatica impiega 310 lavoratori. Qui i primi segnali di crisi si erano registrati nel corso del 2008 e nei primi mesi del 2009 l'azienda era ricorsa alla Cassa Integrazione Ordinaria. Venne avanzata la richiesta di licenziare 110 persone motivata dalla fine della produzione di una linea di una certa rilevanza, la Piattaforma Audi D3, attesa entro il giugno di quest'anno, e per la crisi del settore auto in corso.

In quella fase, dunque, si aprì un confronto complesso e difficile con Novem, che portò ad una prima riduzione delle richieste di mobilità da 110 a 93. Nel frattempo si decise l'utilizzo dei residui di ferie, di riduzioni dell'orario di lavoro, di ex festività e di programmazione del monte riposi annuo, l'utilizzo di un ulteriore periodo di Cassa ordinaria, e si arrivò alla sottoscrizione dell'accordo per il ricorso alla Cassa straordinaria per tutti i lavoratori dal giugno 2009 al 28 dello stesso mese del 2010 per crisi aziendale, con forme di sostegno al reddito e prefigurando, alla fine di tale periodo, il ricorso alla mobilità per 93 lavoratori. Nel corso di questi ultimi 8 mesi, tuttavia, l'andamento delle commesse si è dimostrato migliore delle aspettative e il ricorso alla Cassa straordinaria è risultato sostanzialmente poco utilizzato.

Avvicinandosi la conclusione della produzione della linea Audi D3, a metà aprile Novem ha aperto la procedura di mobilità per 71 lavoratori. Negli ultimi due mesi e mezzo si è svolto un confronto fra azienda e organizzazioni sindacali di categoria e si è arrivati all'accordo, dopo il voto dei lavoratori: 269 lavoratori a favore, 7 contro, 5 astenuti. Nell'accordo si fissa, come già detto, a 50 il numero massimo di lavoratori collocati in mobilità. Circa 35 sono i lavoratori che tra volontari ed accompagnabili alla pensione riducono l'impatto sociale, mentre una quindicina perderà il posto di lavoro forzatamente (i lavoratori che saranno collocati in mobilità beneficeranno di forme di incentivo all'esodo differenziate tra i tempi di permanenza in mobilità e tra volontari/pensionandi e non).

«Quando anche un solo lavoratore viene licenziato, non si può mai parlare di un accordo buono - ha commentato le novità Claudio Cavagna della Fillea-Cgil di Bergamo -. Credo, tuttavia, che abbiamo raggiunto un buon equilibrio ed una soluzione onorevole. Dovevamo gestire tre aspetti fondamentali collegati tra loro: la situazione di chi sarebbe uscito dalla fabbrica riducendo al massimo l'impatto sociale; la continuità produttiva e professionale di chi rimane; la prospettiva produttiva del sito italiano all'interno di un gruppo multinazionale, che compete a livello globale (quale futuro, con quale processo, con quali prodotti, con quali professionalità, con quali e quanti volumi). In altre parole, garantire il futuro lavorativo alla Novem di Bagnatica, come mantenere appetibilità e competitività all'interno di un gruppo multinazionale senza “svendere” salario e diritti. Nel gestire una fase difensiva si è lavorato, unitariamente, anche per la prospettiva del lavoro».

«Abbiamo raggiunto un accordo che demanda ad altri accordi specifici una serie di problemi: dalla gestione del processo produttivo, alle competenze professionali, alla flessibilità dell'orario di lavoro nel rispetto del Contratto, all'estensione del part-time, alla contrattazione di secondo livello - ha aggiunto Gabriele Mazzoleni della Filca-Cisl di Bergamo -. È stato rafforzando il ruolo unitario della rappresentanza sindacale oltre ad aver saputo tenere costantemente monitorato una trattativa lunga e difficile con un costante confronto con i lavoratori. Ci conforta avere avuto un massiccio consenso da parte degli stessi sul risultato ottenuto. I lavoratori della Novem hanno dimostrato di avere piena coscienza di questa fase difficile non solo della propria azienda ma del settore nel suo complesso».

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