Economia
Sabato 01 Maggio 2010
La conta dei disoccupati s'allunga
Nel 2009 sono stati tremila
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Si è a livelli ancora quasi fisiologici. Si parla di disoccupazione frizionale, sempre presente perché c'è sempre qualcuno in cerca di lavoro, fossero anche solo i giovani che si affacciano al mercato dopo gli studi. Ma la statistica non basta e non rende giustizia di ciò che sta succedendo sul territorio.
«Alcuni nodi verranno al pettine», si sente dire fra gli addetti ai lavori. E tradotto significa che l'emorragia di posti non è finita. Stimare quanti se ne perderanno è arduo. Lo studio sulla Val Seriana ne aveva ipotizzati, solo per quel territorio, 5 mila spalmati in un quinquennio, dal 2005 al 2010.
Purtroppo l'anno è arrivato e la crisi non è finita. La tendenza negativa per il lavoro è ancora al rialzo. L'Istat ha diffuso il dato di marzo della disoccupazione nazionale: è salita all'8,8%. Un punto in più rispetto al tasso del 2009. Ed è il peggiore dal 2002.
A Bergamo più dei numeri della disoccupazione per ora colpiscono quelli della cassa integrazione. Il 2009 da solo ha quintuplicato i dati del 2008 chiudendo con oltre 27 milioni di ore autorizzate, per quasi due terzi riconducibili alla Cig ordinaria e per il resto a quella straordinaria. E i primi tre mesi del 2010 da soli hanno già sfondato il tetto dei 13 milioni di ore.
È dietro questi numeri vertiginosi che si nascondono altri possibili dimagrimenti del tessuto manifatturiero che ha fatto la storia dell'economia bergamasca.
Secondo stime approssimative sono più di 12 mila i lavoratori coinvolti da cassa integrazione straordinaria e mobilità.
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