«Sono state quattro settimane di confronto e rapporto intenso con i lavoratori - dice Rota - per discutere della difficile situazione di crisi che stiamo attraversando, ma soprattutto per far comprendere come la Cgil intende procedere nei prossimi anni a partire dal coinvolgimento degli iscritti in questo importante Congresso». La mozione Moccia (cosiddetta dal nome del primo firmatario) ha ottenuto in questa categoria il 90% dei consensi. A fare da sfondo ai lavori congressuali, la crisi economica: «Nella nostra Provincia, ormai da diversi mesi, oltre 20.000 lavoratori metalmeccanici, senza considerare il settore degli artigiani, sono coinvolti dalla crisi e costretti ad utilizzare i diversi ammortizzatori sociali» ha detto Rota alla platea del Congresso.
«Il dopo-crisi ridisegnerà un assetto industriale molto diverso da quello che avevamo conosciuto in precedenza. Il fatto più clamoroso ed evidente è che da parte delle imprese ed in particolare da Confindustria si continua a rifiutare l'utilizzo dei contratti di solidarietà, preferendo altre soluzioni come l'utilizzo della cassa integrazione speciale anche nelle situazioni dove il contratto di solidarietà oltre a garantire maggiormente l'occupazione, consentirebbe ai lavoratori di avere un'indennità economica superiore. A riprova di questo, basti dire che ad oggi in Confindustria nessun contratto di solidarietà è stato firmato.
Non siamo disponibili a sottoscrivere accordi che prevedano i licenziamenti, se non in modo volontario da parte dei lavoratori. In un momento di crisi come questo, dove i lavoratori percepiscono quanto sia a rischio il loro posto di lavoro, sarebbe importante che da parte di Fiom, Fim e Uilm si potesse definire davvero una posizione unitaria, in cui, da parte di tutti, ci sia l'indisponibilità a sottoscrivere accordi con licenziamenti non volontari. Per questo ci rivolgiamo alla Fim e alla Uilm, affinché nelle prossime vertenze non si firmino separatamente accordi che prevedano licenziamenti non volontari, come già accaduto nei mesi scorsi. Sarebbe un primo segnale, importante e concreto oltre che unitario, da parte di tutto il sindacato nei confronti dei lavoratori metalmeccanici».
Sul tema dei licenziamenti, Rota avanza, poi, la richiesta della Fiom: «Come già fatto in occasione della trattativa sul rinnovo del contratto nazionale, riproponiamo il blocco temporaneo dei licenziamenti. Proposta che naturalmente non comprende solo il lavoro a tempo indeterminato, ma che riguarda anche la proroga per i contratti a tempo determinato. Attraverso l'utilizzo dei diversi ammortizzatori sociali, questa proposta può essere davvero praticata per difendere l'occupazione evitando un ulteriore ridimensionamento occupazionale soprattutto nei settori industriali più deboli.
A chi sostiene che il blocco di licenziamenti sarebbe un elemento di rigidità di fronte alla necessità di avviare una politica di riorganizzazione e di riconversione industriale, noi proponiamo un utilizzo della cassa integrazione a salvaguardia dell'occupazione contestuale a un processo formativo di riqualificazione professionale dei lavoratori».
Di fronte alla gravità della crisi economica di questi mesi che ha messo in moto pesanti riorganizzazioni aziendali e nei casi più gravi addirittura a cessazioni di attività, Rota ha ricordato aziende significative ed importanti come Donora e Comital, chiuse, e le tantissime altre che sono in una situazione molto complicata, come Toora, Frattini, Jabil, Neolt, Siac, Phoenix, Promatech.
«Le istituzioni locali e Confindustria che ruolo hanno avuto in queste vicende? - si è chiesto Rota davanti alla platea congressuale - che contributo hanno dato nel trovare soluzioni industriali alternative a garanzia di una continuità d'impresa? La Provincia quale supporto concreto ha offerto ai lavoratori di queste aziende che da mesi non stanno lavorando? Io credo che non abbiano avuto nessun ruolo, sottovalutando anche il rischio sociale che un alto numero di disoccupati possa creare in una Provincia, fino a pochissimo tempo fa, a piena occupazione».
E la Fiom dal Congresso avanza anche una proposta alla Confindustria e alla Provincia di Bergamo: «Nelle situazioni di crisi industriale che prospettano rischi di chiusura l'impresa deve ricercare con ogni mezzo a sua disposizione e con l'ausilio delle Istituzioni ad ogni livello, alternative industriali che subentrino, evitando la cessazione dell'attività. Nei casi dei licenziamenti per riorganizzazione o crisi, prima di procedere bisogna assolutamente utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione, anche quelli che in ambito Regionale sono stati recentemente finanziati. Sulla base di queste proposte noi siamo disponibili a confrontarci discutendo con tutti, ma è necessario andare oltre un confronto inconcludente e di facciata come avvenuto spesso in questi anni».
Si è parlato anche di riforma degli ammortizzatori sociali, di fisco (al proposito la Fiom ha detto che parteciperà e sosterrà «in modo deciso lo sciopero generale del 12 marzo, con l'auspicio che questo appuntamento rappresenti l'inizio di una vertenzialità continua e non sporadica, a sostegno degli obbiettivi contenuti nel documento sul fisco della Cgil»). Altro tema toccato, definito “punto centrale della vita del sindacato” è quello del voto e della democrazia: «La Fiom ha deciso di raccogliere le firme per una proposta di legge sulla democrazia per eleggere i rappresentanti dei lavoratori in ogni luogo di lavoro introducendo meccanismi di misurazione della rappresentatività delle organizzazioni sindacali.
Lo scopo del disegno di legge, è quello di realizzare norme per rendere validi sia i contratti aziendali sia i contratti nazionali attraverso il referendum dei lavoratori. Anche a Bergamo, confermiamo la decisione di dare disdetta al patto di solidarietà contenuto nel regolamento unitario per il rinnovo delle Rsu. A tal proposito, rispondo a chi in questi giorni, attraverso la stampa locale ha replicato alla nostra scelta. La Fiom ha deciso di non fare solidarietà con chi disdetta gli accordi unitari e continua con la pratica degli accordi separati. D'ora in avanti i rinnovi delle Rsu avverranno attraverso l'assegnazione proporzionale dei delegati sulla base dei voti presi da ogni organizzazione. Se la Fim è preoccupata della confusione che si andrà a creare nei rinnovi delle Rsu, dovrebbe fare autocritica insieme alla Uilm».
Ed un ultimo passaggio Rota lo dedica alla sua organizzazione provinciale: «Un solo dato solo per rendere evidente lo stato delle cose in Provincia di Bergamo: in questo ultimo anno 2009, la Fiom di Bergamo ha promosso oltre 20 ricorsi ex art. 28 per comportamento antisindacale, perché in occasione dell'utilizzo della cassa integrazione ordinaria e in deroga, le aziende si accordano in precedenza con altri sindacati per evitare di dover discutere con noi. Ricorsi che, nella maggior parte dei casi, hanno riconosciuto un comportamento antisindacale nei confronti della Fiom».
Il sindacato dei metalmeccanici Cgil a Bergamo e provincia ha avuto nel 2009 10.353 iscritti, in oltre 600 aziende organizzate sindacalmente, con 425 rappresentanti sindacali eletti e 131 rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
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