«Mazzucconi», c'è l'accordo
la cassa arriva in zona Cesarini

Anche se in «zona Cesarini», alla fine l’accordo per la Cassa integrazione straordinaria alle Fonderie Mazzucconi è arrivato. Si sapeva che quello di ieri era l’ultimo giorno utile per poter arrivare un’intesa, visto che nell’ultimo incontro, quello del 7 gennaio, le parti si erano avvicinate ma non abbastanza per chiuderla.

Così quando ieri si sono presentati con un mancato accordo in Agenzia regionale, qualche timore c’era. I dubbi sono stati invece quasi subito fugati e in un paio d’ore sono arrivate le firme delle parti che sanciscono la Cassa straordinaria per un anno per 160 lavoratori sui 330 dei due stabilimenti di Ambivere e Ponte San Pietro. Provvedimento peraltro retrodatato (la copertura inizia già dallo scorso novembre) visto il concordato preventivo in atto. Questo strumento tutela i lavoratori, anche se poi la speranza è quello di utilizzarlo il meno possibile, visto che qualche schiarita, dopo tanti mesi difficili per il comparto, sembra essere all’orizzonte (come la stessa azienda aveva fatto capire prima della fine del 2009) sia sul fronte dei nuovi prodotti (sempre nel campo delle testate per motori diesel) sia su quello degli ordinativi.

Cruciali per il gruppo Maberfin, holding del gruppo che comprende le controllate Fonderie Mario Mazzucconi di Ponte San Pietro, Rono di Almenno San Bartolomeo, Tekal di Chieti e la modenese Fonderie San Possidonio (in tutto 750 lavoratori, di cui circa 500 nella Bergamasca), sono stati gli ultimi due mesi; con la presentazione della richiesta di ammissione al concordato preventivo, accolta poi a metà dicembre (con la nomina di Franco Cerutti a commissario giudiziale e la convocazione a marzo dell’assemblea dei creditori) e infine con il prolungamento della Cassa di un altro anno.

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