Direttiva nitrati: sempre critica
la situazione nella Bergamasca

Lo stato di attuazione della direttiva nitrati in Lombardia è stato il tema al centro del convegno promosso dalla Commissione regionale “Attività produttive” presieduta da Carlo Saffioti (FI-PdL), tenutosi lunedì nel Palazzo della Regione alla presenza di numerosi operatori di settore. Nell'occasione è stata presentata una ricerca realizzata dall'Ersaf che ha contribuito a fare il punto sulle problematiche e le criticità che la direttiva comunitaria in materi di nitrati ha introdotto in Lombardia, in particolare nel settore agricolo. Infatti il limite di 170 chilogrammi di azoto per ettaro imposto dalla direttiva comunitaria in materia di utilizzazione agronomica dei reflui da allevamento, costringe una parte rilevante di aziende a ricercare terreni extra-aziendali in asservimento dove distribuire i reflui e ad adottare soluzioni impiantistiche e tecnologiche per abbattere l'azoto così da rendere più gestibile la situazione.

Oltre la metà dei 10mila allevamenti lombardi ha infatti oggi un carico d'azoto superiore al limite normativo. Dopo l'introduzione del Presidente della Commissione Carlo Saffioti, sono intervenuti il presidente dell'Ersaf Roberto Albetti, il direttore vicario della Direzione generale dell'Assessorato regionale all'Agricoltura Giorgio Bonalume e il direttore generale dell'Ersaf Paolo Baccolo.

“L'applicazione della direttiva nitrati –ha detto il Presidente Carlo Saffioti - rischia di mettere in crisi l'agricoltura lombarda, quella più avanzata e moderna del Paese. Obiettivo della Regione è ottenere in tempi brevi la proroga così da avere la possibilità di mettere in atto quelle azioni tecniche innovatrici che trasformino questi vincoli in opportunità. Certo – ha aggiunto Saffioti - ci dovrà essere una maggiore consapevolezza da parte degli operatori, che devono però essere aiutati e supportati”.

“Siamo tutti d'accordo – ha ribadito il Consigliere Gianfranco Concordati (PD) - sulla necessità di una deroga, ma dobbiamo valutare con attenzione le modalità e i tempi di questa deroga. L'agricoltura lombarda è una agricoltura compatibile con la tutela e la qualità ambientale, e in questa direzione negli ultimi anni i nostri agricoltori hanno fatto investimenti e interventi significativi. Semmai –ha concluso Concordati- oggi paghiamo su questo tema i ritardi e le inefficienze passate dei governi regionali e nazionali”.

Come evidenziato da Albetti e Baccolo, il patrimonio zootecnico lombardo è costituito da circa un milione e mezzo di bovini e da quasi 5 milioni di suini, in costante crescita, ai quali si aggiungono oltre 29 milioni di capi allevati nel settore avicolo. Il limite comunitario di 170 chilogrammi è superato in quasi tutte le aree agricole di pianura delle province di Bergamo e Brescia, nelle campagne della provincia di Mantova, nel settore settentrionale della provincia di Cremona e in alcuni Comuni della provincia di Lodi, superando in molti casi persino la soglia di 340 chilogrammi per ettaro.

Regione Lombardia sta cercando di introdurre criteri di maggiore flessibilità nel rispetto delle norme, favorendo investimenti che incentivano l'introduzione di impianti di produzioni energetiche abbinati ad impianti di abbattimento dell'azoto: in Lombardia sono attualmente attivi 58 impianti di biogas, 106 sono quelli già programmati per i prossimi mesi, e sono stati finanziati 368 progetti per un valore complessivo di 66 milioni di euro.

Ci sono anche specifici accordi di programma regionali che interessano i Comuni di Pegognaga e Borgoforte per la realizzazione di impianti consortili per il trattamento dei reflui con recupero energetico e riduzione dei carichi di azoto, e un accordo tra Ersaf e Provincia di Mantova finalizzato a verificare la fattibilità di una “borsa scambio effluenti” su base territoriale.

Inoltre lo scorso 29 settembre è stata formalmente inoltrata alla Commissione Europea la richiesta di deroga nel quadro di una proposta relativa al territorio padano-veneto che mira all'innalzamento fino a 280 chilogrammi per ettaro del limite allo spandimento di azoto derivante da reflui zootecnici.

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