Il Cavalierato ad un metalmeccanico La sfida di Fim-Cisl ad Azeglio Ciampi

La Fim-Cisl lancia una sfida al Ciampi: nominare cavaliere del lavoro un metalmeccanico. Una provocazione? Forse si, ma dietro questa esortazione c’è una riflessione sul mondo del lavoro, fatto di gente umile, impegnata nelle attività più disparate, talvolta pesanti e poco retribuite. Insomma, una classe operaia sulla quale sostanzialmente poggiano destini e speranze di crescita della nostra economia. E allora, perché non riconoscere meriti anche ai lavoratori con un cavalierato?È questa, in sintesi, la proposta formulata nei giorni scorsi da Giorgio Caprioli, bergamasco, segretario generale della Fim-Cisl al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: nominare, appunto, Cavaliere del Lavoro un operaio metalmeccanico. Una proposta che ha avuto l’effetto di stimolare una riflessione sui temi del cambiamento del mondo del lavoro, del futuro della classe operaia e del ruolo del sindacato.

Dice Caprioli: questo Paese si sta dimenticando della gente che lo tiene in piedi con un lavoro umile e poco pagato e che gli consente di competere sui mercati internazionali; ci si dimentica di quelle persone chiamate per prime a fare sacrifici nei momenti di difficoltà. Una proposta per richiamare l’attenzione su una parte dimenticata del Paese, ma che costituisce una miniera di valori e senso di responsabilità di cui il Paese ha bisogno.

La classe operaia - aggiunge il segretario Fim-Cisl - è profondamente cambiata: sono sparite aziende che oggi sarebbero state strategiche, sono aumentate le piccole e medie imprese, sono cambiati i processi produttivi, sono aumentati i lavori più qualificati e ai lavoratori è chiesto di mettere sempre più la testa oltre che le braccia, cresce la dimensione della loro responsabilità.

Molte cose sono cambiate anche nelle famiglie operaie. Quelle monoreddito vivono talvolta vicino o sotto la soglia della povertà. A tutto questo si aggiunge la precarietà sempre più accentuata del posto di lavoro, con la quale stanno facendo i conti soprattutto i giovani.

Insomma - conclude Caprioli - sono in atto cambiamenti di fronte ai quali è difficile trovare una strategia contrattuale che riesca ad abbracciare situazioni tanto complesse.

(04/12/2005)

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