EcoCafe / Valle Seriana
Domenica 06 Settembre 2015
Raspelli esalta il Moscato di Scanzo
Anche domenica degustazioni e ravioli
«Il Moscato di Scanzo è un gioiellino, un vino con una grande struttura, equilibrio, forza e eleganza».
A dichiararlo a gran voce il celebre critico gastronomico e volto noto della trasmissione Melaverde Edoardo Raspelli ospite sabato 5 settembre, insieme alla modella Maura Anastasia, alla decima edizione della kermesse che fino a domenica sera 6 settembre accoglierà i visitatori nel borgo di Rosciate.
Il giornalista e la modella hanno per prima cosa assistito allo show cooking di Mirko Ronzoni, vincitore della seconda edizione italiana di Hell’s Kitchen, che ha preparato un particolare risotto al passito e, successivamente, ha visitato il percorso degustativo, assaggiando diverse etichette nelle casette di legno dei vari produttori.
«Ho potuto assaggiare con uniformità - ha spiegato Raspelli - diversi moscati e ciò significa che la qualità è pressoché pari tra i vari prodotti: questo è un bene perché il consumatore sa cosa bere e sa di bere bene. Il Moscato è un prodotto di nicchia, prodotto da soli 15 produttori, ma assolutamente si beve benissimo, nonostante l’alto grado alcolico. Viene prodotto in 31 ettari soltanto e, vista questa produzione limitata, per me deve essere bevuto da solo. Se si vuole abbinarlo, ottimo l’accostamento con tutta la pasticceria e con il cioccolato. Non apprezzo molto, invece, l’abbinamento con i formaggi stagionati».
Anche domenica i visitatori avranno l’occasione di brindare con il famoso passito, la più piccola denominazione di origine controllata e garantita di Bergamo, e assaggiare prelibatezze varie. Stasera, alle 19,30 al teatro dell’oratorio di Rosciate, si terrà lo show cooking con Francesco Gotti, executive chef al Bobadilla feeling club di Dalmine, membro della Nazionale italiana cuochi e docente dell’Accademia del Gusto, che proporrà una ricetta a base di Moscato di Scanzo: «Preparerò - spiega lo chef Gotti - un raviolo particolare, partendo da prodotti poveri della tradizione bergamasca, come la farina bianca e gialla e lo arricchirò con un ripieno simile a quello dei casoncelli, ma con all’interno del moscato».
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