In una ricerca recente, ideata da Prospettiva Terra, il progetto non profit del noto scienziato e divulgatore Stefano Mancuso con l’obiettivo di salvare le città attraverso gli alberi, risulta come un italiano su tre non sia ancora a conoscenza della capacità delle piante di assorbire CO2 e assolvere altre funzioni necessarie per mitigare la crisi climatica.
Nella Bergamasca oltre centomila ettari di patrimonio verde
Il Rapporto sullo stato delle foreste della Lombardia: assorbono CO2, proteggono i suoli e regolano i cicli idrici. La nostra provincia è terza per superficie
Informazioni chiare arrivano dal «Rapporto sullo stato delle foreste della Lombardia», riferito all’anno 2023, curato e pubblicato da Ersaf, Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, e da Regione Lombardia.
I dati
Secondo il Rapporto, i boschi lombardi, considerando che normativamente i termini bosco, foresta e selva sono equiparati, si estendono su una superficie di 618.403 ettari, meno 1.323 ettari rispetto all’anno precedente, pari al 26% del territorio regionale. Ogni cittadino lombardo ha a disposizione 617 metri quadri di bosco. L’81% dei boschi lombardi occupa le aree montane, il 12% le aree collinari, il 7% le aree di pianura. La provincia maggiormente boscata risulta quella di Brescia, con una superficie di 171.393 ettari, seguita da Sondrio con 124.722 ettari e da Bergamo con 113.539 ettari. Le province di Como e Lecco hanno i maggiori tassi di boscosità, con il 47% del territorio coperto da boschi, seguite da Varese 43%, Bergamo 41%, Sondrio 39%, Brescia 36%, mentre le altre province hanno meno del 10%.
I popolamenti appartengono a 17 categorie forestali: i più diffusi sono i castagneti (11,7%), i boschi di orniello e carpino nero (11,4%), le peccete di abete rosso (11,1%) e le faggete (10,8%). L’attitudine dei boschi lombardi è produttiva (28,1%): la provvigione unitaria, ossia il volume legnoso, è stimata in 246,8 metri cubi per ettaro. L’attitudine protettiva, consistente nella capacità di proteggere i versanti dal dissesto idrogeologico, è al 21,5%. I terreni forestali sui quali crescono i boschi sono detenuti per la maggior parte da proprietà privata (60,6%), il 35,9% dalla proprietà pubblica, il resto da altri enti. L’Ersaf gestisce direttamente 16.500 ettari di boschi di proprietà regionale. Molte aree a bosco sono soggette a uno o più vincoli, anche sovrapposti. L’84,2% del bosco regionale totale è soggetto al vincolo idrogeologico, il 12% al vincolo paesaggistico, il 26,4% è compreso nelle aree dei 23 Parchi regionali e di un Parco nazionale; inoltre, il 21,6% del bosco regionale si trova nei siti di Rete Natura 2000.
Il sistema Inemar (Inventario emissioni aria) è il data base di monitoraggio che permette all’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) di stimare le quantità di carbonio contenute nei «serbatoi forestali», cioè i boschi e le corrispondenti quantità di CO2 assorbite dall’atmosfera. Secondo i dati del Rapporto, il patrimonio forestale lombardo possiede uno stock di carbonio, ovvero di biomassa morta, viva e del suolo, pari a 108,92 milioni di tonnellate e un assorbimento annuo di CO2 pari a 3,119 milioni di tonnellate.

Tra gli eventi negativi che hanno colpito i boschi lombardi, nel 2023 gli incendi boschivi sono stati in totale 188 (-298 rispetto al 2022) e hanno percorso una superficie di 278 ettari, di cui 208 boscati. Nel 2023 l’infestazione epidemica del bostrico è proseguita e si è intensificata, coprendo in totale 3.439 ettari e toccando non solo i territori già colpiti dalla tempesta Vaia, ma anche altre aree.
Il nostro territorio
Nella Bergamasca la superfice boscata risulta di 113.539 ettari (-0,344 ettari rispetto al 2022), con un tasso di boscosità del 41%. È costituita per la maggior parte (84.257 ettari) da boschi di latifoglie, rappresentati per lo più da orniello e carpino nero, faggete, aceri, frassini e castagneti; inoltre, da boschi resinosi (24.311 ettari), con abete rosso, abete bianco, lariceti, e da boschi misti (4.971 ettari) di abete rosso e faggio. Secondo i dati del Rapporto, i boschi bergamaschi costituiscono un serbatoio di 18,88 milioni di tonnellate di carbonio e assorbono 0,534 tonnellate di CO2.
I danni ai boschi sono dovuti agli incendi boschivi (38 nel 2023, -41 rispetto al 2022), che hanno distrutto una superficie complessiva di 78,22 ettari (più 4,81 rispetto all’anno precedente) di cui 39,01 ettari di superficie boscata, e al bostrico. Nel 2023 l’insetto ha colpito i boschi resinosi in Valle Brembana e Valle Seriana, nonostante l’utilizzo di cinque trappole in Valle di Scalve, dieci in Valle Seriana e quindici in Valle Brembana. Quest’ultima è stata colpita anche dal fungo parassita Chalara fraxinea, che ha provocato il deperimento del frassino maggiore su un’area di 6.500 ettari, dalla processionaria del pino su un’area di 250 ettari e dai cinghiali su un’area di circa 25 ettari.
Gli alberi sono importanti perché assorbono CO2 e producono ossigeno, forniscono preziosi servizi ecosistemici e contribuiscono alla rigenerazione degli spazi urbani. Un albero, essendo in grado di assorbire, in media, 20 kg di CO2 all’anno grazie al processo di fotosintesi, agisce come potente serbatoio di carbonio, contribuendo in modo significativo alla mitigazione del riscaldamento globale di origine antropica e dei conseguenti cambiamenti climatici. I boschi svolgono numerose altre funzioni ecologiche e ambientali: p roteggono i suoli, regolano i cicli idrici e offrono un rifugio indispensabile per la fauna e per la flora.
Uno degli ambienti bergamaschi più ricchi di biodiversità, riconosciuto a livello internazionale come «santuario della biodiversità» è la Zone di protezione speciale Parco delle Orobie bergamasche, un sito della Rete Natura 2000 tra i più estesi: conta 48.973 ettari e interessa il territorio di 41 Comuni. Caratterizzato da quote dai 421 ai 3.050 metri, presenta importanti formazioni boschive, come le faggete e le conifere, praterie e pascoli di alta montagna. L’area è uno dei luoghi più significativi di tutto l’arco alpino sia per le numerose specie di piante endemiche, di cui nove sono stenoendemite, cioè strettamente esclusive di questo territorio, sia per la fauna tipica alpina, ungulati, rapaci diurni e notturni, galliformi e fasianidi. Tra gli aspetti distintivi del sito, l’abbondanza di acque, ruscelli, torrenti, fiumi e oltre cento laghi tra naturali e artificiali.
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