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Bergamo è quinta in Italia per eventi estremi

L’analisi di Arpa: nel 2024 in Lombardia più 47% e temperatura a più 1,5 gradi sulla media 1991-2020. Frane o allagamenti: 37mila bergamaschi ad alto rischio.

Il 2024 tra gli anni più caldi e piovosi dal 1991 in Lombardia: lo riporta Arpa nel suo dossier di analisi sul clima dell’anno scorso. Le temperature registrate lo collocano al terzo posto tra gli anni più caldi, mentre la quantità totale di precipitazioni lo rende il secondo anno più piovoso, superato solo dal 2014.

Due estremi che convivono, con picchi che si evidenziano specialmente nell’ambito delle precipitazioni. Se, infatti, l’anomalia di temperatura media annua è stata di +1,5 °C rispetto al periodo di riferimento 1991-2020 (un valore leggermente inferiore rispetto agli anni precedenti: il 2023 ha registrato un’anomalia di +1,9 °C), le precipitazioni complessive mostrano un’anomalia del +47% rispetto alla media 1991-2020.

La straordinarietà di questi dati ha avuto riscontri anche nella Bergamasca che, similmente al resto della Lombardia e dell’Italia, ha affrontato nel 2024 una serie di eventi meteorologici estremi. Tali fenomeni evidenziano l’impatto locale crescente del cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale, determinato dalle emissioni di gas serra provenienti, innanzitutto, dai combustibili fossili, carbone, petrolio, gas. L’alluvione del 9 settembre scorso ha colpito Bergamo, Ponteranica e Alzano, causando l’esondazione del torrente Morla. Le precipitazioni hanno raggiunto, in quell’occasione, intensità tra 203 e 232 millimetri all’ora, allagando strade, abitazioni, box e negozi, con danni stimati oltre i 30 milioni di euro. Di particolare intensità è stata anche l’ondata di precipitazioni intense che, tra l’8 e il 10 ottobre, ha causato un’allerta rossa in buona parte della provincia. Sulle Orobie sono caduti in quei giorni 100 millimetri di pioggia in poche ore, portando i fiumi Brembo e Serio a livelli critici.

Un’analisi promossa con Meteo.it pone Bergamo al quinto posto tra i capoluoghi italiani per eventi estremi, considerando giorni con almeno 40 millimetri di precipitazioni e raffiche di vento superiori a 40 km/h. La città si trova anche all’ottavo posto per piogge intense. L’aumento delle precipitazioni ha incrementato anche il rischio idrogeologico. Attualmente, secondo l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del ministero dell’Ambiente, il 12,6% del territorio bergamasco è a rischio frane, mentre il 4,3% è soggetto a pericolosità idraulica. Circa 10.000 residenti vivono in zone ad alto rischio di frane e 27.000 in aree con elevata probabilità di allagamenti.

Gli esperti raccomandano l’implementazione di interventi strutturali per ridurre il rischio idrogeologico e mitigare l’effetto dei cambiamenti climatici. L’Ispra sottolinea, in questo senso, l’importanza di una corretta pianificazione territoriale, applicando vincoli e regolamentazioni d’uso del territorio per le nuove urbanizzazioni, con particolare attenzione agli edifici strategici come ospedali e scuole. Anche le misure strutturali, come la riprofilatura degli alvei e dei versanti o la realizzazione di argini e muri di contenimento, sono fondamentali per ridurre la pericolosità nelle aree a rischio: lo afferma l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

Regione Lombardia ha stanziato 117,3 milioni di euro per interventi di difesa del suolo e contrasto al rischio idrogeologico, focalizzandosi su opere di manutenzione dei corsi d’acqua, dei versanti e delle infrastrutture esistenti.

L’Italia è quinta al mondo per impatti da eventi climatici

Nell’edizione più recente del report Climate Risk Index, un indice combinato che misura le perdite in vite umane ed economiche dovute agli eventi estremi di carattere climatico, l’Italia appare chiaramente tra i Paesi più colpiti dagli eventi meteorologici estremi negli ultimi trent’anni. Tra il 1993 e il 2022, ha subito più di 38.000 vittime e ha registrato perdite economiche per circa 60 miliardi di dollari. Questa situazione pone l’Italia al quinto posto mondiale per impatti complessivi da eventi climatici estremi e al primo posto tra i Paesi occidentali.

Il rapporto sottolinea che l’Italia è particolarmente vulnerabile a fenomeni ricorrenti come ondate di calore, siccità, alluvioni e tempeste. Il 2022 è stato un anno emblematico: l’estate più calda mai registrata in Europa ha avuto un impatto devastante sul Bel Paese, con temperature estreme che hanno causato oltre 18.000 morti legate al caldo e una grave crisi idrica nella Pianura Padana.

Inoltre, gli eventi alluvionali hanno rappresentato una minaccia crescente. Il rapporto menziona come, tra gli eventi più gravi, ci siano state le alluvioni in Piemonte nel 1994 e nel 2000, con danni diffusi lungo il Po. Negli ultimi anni, le precipitazioni estreme si sono intensificate, aumentando il rischio di esondazioni e frane, soprattutto nelle aree montuose e collinari.

Questi dati evidenziano l’urgente necessità di adottare strategie di adattamento e mitigazione per ridurre la vulnerabilità del territorio e della popolazione agli effetti della crisi climatica, a livello sia nazionale che locale.

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