I meccanici del prossimo futuro saranno molto diversi da come lo sono ora. Forse le tute blu resteranno, ma saranno sicuramente meno sporche di olio; le mani, meno logore e rovinate, passeranno da un punto all’altro dei touchscreen. Cambiano le auto e con loro chi le ripara: tra mobilità elettrica e guida autonoma, Ernesto Belotti, titolare dell’omonima impresa di autoriparazioni a Castelli Calepio e rappresentante del settore autoriparatori per Confartigianato Imprese Bergamo, spiega: «Anche noi in officina dobbiamo fare quel salto di mentalità che ancora non c’è, perché non possiamo più aspettarci di vedere i garzoni da bottega, ma tecnici specializzati».
Meccanici al passo della (nuova) mobilità
Il settore automobilistico sta vivendo una trasformazione profonda: auto elettriche, guida autonoma e assistita ne influenzano la forte crescita
«In gioco c’è tanto – continua Belotti, – la sopravvivenza stessa del nostro mestiere». Una parte importante di questa partita si gioca sul piano dell’attrattività di una professione che sarà sempre più fondamentale. «Non si tratta solo di mobilità elettrica, ma di mobilità interconnessa. L’auto elettrica è qui per restare, ma alle porte abbiamo già i sistemi di guida autonoma, che richiedono moltissima assistenza e preparazione perché sono soggetti a un’evoluzione veloce».
Ciò che sostiene Belotti è verificabile nei numeri: secondo l’Osservatorio Connected Car & Mobility del Politecnico di Milano, nel 2023 il mercato delle auto connesse ha sfiorato i 3 miliardi di euro, con un +17% rispetto al 2022; più della metà dei Comuni italiani ha avviato progetti di smart mobility.
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Si tratta di mezzi altamente digitalizzati, come le auto connesse, che crescono del +11%; del +28% i sistemi ADAS (dispositivi per la guida assistita, ndr.) integrati all’interno delle nuove vetture, come la frenata automatica di emergenza o il mantenimento di corsia; le soluzioni smart mobility nelle città (+18%), tra cui la gestione dei parcheggi e sharing mobility. «Ognuno di loro si porta dietro protocolli e problemi di sicurezza», aggiunge Belotti, spiegando molto bene che più il sistema è connesso, più i comandi possono essere violati. Non solo: in questa rapida svolta innovativa entra in gioco la competizione costante tra le officine indipendenti e quelle affiliate alle grandi case automobilistiche che, ovviamente, puntano a vendere i propri servizi di assistenza in modalità esclusiva. «Non è una novità», aggiunge Belotti. «Ma è vero che, quando rilasciano protocolli a cui le officine indipendenti possono aderire, noi dobbiamo essere attenti e veloci ad accreditarci». Secondo lo studio condotto dal Politecnico, infatti, la quota relativa ad assistenza, manutenzione preventiva e pronto intervento in caso di incidente di questi mezzi vale globalmente 620 milioni di euro l’anno, con una crescita del 29% rispetto all’anno precedente.
Restano, comunque, molti punti critici ancora da chiarire: uno tra tutti è la mancanza di condivisione dei dati, a cui si sommano la mancanza di interoperabilità e i dubbi sulla gestione in materia di privacy e di cybersecurity, una regolamentazione europea che arriverà solo nel 2025 e 2026 e la necessità di raccontare ai «meccanici» del futuro che la loro giornata sarà molto diversa da come la possono immaginare adesso.
Per maggiori informazioni e consulenza: Confartigianato Imprese Bergamo – Sportello Autoriparatori, telefono 035 274 340; e-mail [email protected]
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