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Come sarà il trasporto pubblico bergamasco nel 2030

La T2, l’e-Brt, la ferrovia Bergamo-Orio al Serio e il raddoppio della linea Bergamo-Ponte San Pietro. Modifiche alle linee di collegamento con i paesi vicini. Dagli interventi il taglio delle emissioni inquinanti

Come sarà il trasporto pubblico bergamasco nel 2030 ? Più verde, connesso e con quattro nuove infrastrutture che modificheranno l’intera rete: la T2, l’e-Brt, la ferrovia Bergamo-Orio al Serio e il raddoppio della linea Bergamo-Ponte San Pietro. «Stiamo riscrivendo il Programma di Bacino proprio in queste settimane», esordisce Marcello Marino, direttore dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Bergamo, che continua: «La base è un intervento “chirurgico” di revisione di alcune linee, che ridurrà le sovrapposizioni con le nuove infrastrutture. In parallelo, creeremo delle linee che le collegheranno con i paesi vicini: ci saranno linee che uniranno le fermate della T2 con Villa d’Almè, Paladina, Sorisole e Ponteranica, nonché quelle dell’e-Brt con Dalmine».

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A fargli eco è il direttore generale di Atb, Liliana Donato, che spiega che «L’e-Brt e la linea T2 avranno un grande impatto sugli equilibri del trasporto pubblico. Lo stesso vale per la bretella Bergamo-Orio e per il raddoppio della Bergamo-Ponte. È molto probabile che le tratte limitrofe verranno modificate: parliamo delle linee 9, 7, 5 e 1. Avranno un’altra faccia, verranno riprogrammate in termini di percorsi e frequenza delle corse». «Nei prossimi anni allungheremo la linea T1 da Albino a Vertova», aggiunge Gianni Scarfone, ad di Teb. «È in fase di studio un processo simile per la T2, che potrebbe arrivare fino a Zogno». L’obiettivo, però, è un altro: l’integrazione tra trasporto tranviario e ferroviario. «Si tratta di una proposta del nostro disegno strategico, ma che non dipende solo da noi. L’idea è sfruttare la rete incentrata su Bergamo, ingrandita con l’estensione e il raddoppio delle linee Bergamo-Orio, Bergamo-Montello e Bergamo-Treviglio, per la circolazione di treni leggeri, con caratteristiche simili a quelle dei tram, per favorire un servizio integrato», conclude Scarfone.

Mobilità policentrica e capillare

Al di là della revisione delle linee esistenti, il trasporto pubblico di Bergamo sarà policentrico e capillare. Le revisioni dei prossimi anni partiranno dalla consapevolezza degli ultimi cambiamenti del tessuto urbano: «Ci sono centri, sia dentro che fuori Bergamo, che finora sono rimasti ai margini della rete del trasporto pubblico, perché fino a dieci-vent’anni fa non attiravano cittadini», riporta Liliana Donato, che continua: «Un esempio è quello di Longuelo, dove oggi sorgono diversi istituti superiori, il liceo “Falcone” e le scuole Montessori. È un’area di richiamo: le revisioni del trasporto pubblico terranno conto del suo peso urbanistico accresciuto».

In provincia cambiamenti profondi

Per quanto riguarda il resto della provincia, i cambiamenti saranno più profondi: Marcello Marino, per esempio, dichiara che «stiamo ragionando su una grossa revisione della rete. Stiamo valutando la costruzione di un livello intermedio di servizio tra quello urbano e quello interurbano. Abbiamo appurato che alcuni centri della provincia attirano la mobilità dei Comuni vicini, sia come destinazione finale che come punto intermedio per il collegamento con Bergamo. Tra questi spazi ci sono Treviglio, Dalmine, Albino e Ponte San Pietro. Alcuni di questi Comuni si trovano in un “limbo”, perché sono ben connessi a Bergamo ma molto meno con il resto del circondario. Pensiamo a Ponte San Pietro: con il raddoppio ferroviario, i collegamenti con Bergamo non saranno un problema. Ma dobbiamo migliorare quelli con le zone limitrofe: stiamo dialogando con Comuni come Bonate Sopra, Bonate Sotto, Brembate di Sopra, Mapello per creare delle tratte che abbiano un’intensità, una frequenza e una distribuzione paragonabili a quelle del servizio cittadino».

Al contempo, verrà potenziato il ruolo del capoluogo come nodo dei trasporti ferroviari. Rfi, Rete Ferroviaria Italiana, infatti, fa sapere che «Bergamo è al centro di importanti interventi di potenziamento, che prevedono la nuova tratta verso Orio al Serio, il raddoppio della Bergamo-Ponte e la sistemazione della stazione. Alcuni di questi interventi saranno completati a fine 2026 e renderanno possibile un nuovo modello di servizio: prolungheremo la linea Bergamo-Lecco fino all’aeroporto, opereremo una sistemazione delle frequenze delle linee Bergamo-Milano, via Carnate e via Pioltello. Anch’esse toccheranno Orio al Serio. Dopo il 2030, completeremo il raddoppio della linea Bergamo-Montello e il nuovo ponte tra Paderno e Calusco».

Tariffa integrata entro il 2030

I nuovi progetti andranno di pari passo con l’impegno per l’abbattimento delle emissioni inquinanti, portato avanti innanzitutto da Atb: «Oggi abbiamo 28 autobus elettrici in circolazione. Entro l’estate ne arriveranno altri sette, alcuni dei quali avranno una lunghezza di ben 18 metri, contro i 12 di una vettura “standard”. Contiamo di sostituire completamente le vetture a gasolio entro il 2033. Entro il 2030 abbatteremo il 50% delle nostre emissioni, cioè di più di mille tonnellate di CO2, di più di 800 chili di particolato e di più di 1.500 chili di ossidi di azoto ogni anno», anticipa il direttore generale di Atb.

I dati diffusi da Rfi, invece, svelano che il raddoppio della linea Bergamo-Ponte San Pietro porterà a una riduzione di 28mila veicoli circolanti ogni giorno, per un totale di 11mila tonnellate di CO2 in meno ogni anno. Il collegamento con l’aeroporto, invece, ridurrà le auto circolanti di circa 10mila unità al giorno, per un risparmio annuo di tremila tonnellate di CO2. «Allo stesso tempo, il completo rinnovo della stazione di Bergamo la trasformerà in un hub intermodale, facilitando l’interscambio tra tramvie, ferrovie e autobus in un’ottica di transizione verso forme di mobilità ecologiche», spiegano da Rfi.

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In ogni caso, l’Agenzia Tpl stima che le emissioni di autobus, treni e tram siano solo l’8% del totale connesso ai mezzi di trasporto nella nostra provincia. «La neutralità climatica è al centro dei progetti delle aziende con cui lavoriamo, anche se la transizione agli autobus elettrici resta tecnicamente proibitiva nel servizio interurbano. Per noi, però, la vera sfida è quella di sostituirci il più possibile alle auto private», dice Marino. Che conclude con una notizia potenzialmente rivoluzionaria per la mobilità bergamasca: «Per perseguire questi obiettivi, il nostro Programma di Bacino prevede l’attivazione entro il 2030 di un sistema tariffario integrato simile allo “Stibm” di Milano: lo stesso biglietto sarà valido su tutti i mezzi, tutti i servizi e tutte le linee delle aziende del nostro bacino territoriale».

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