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Auto: bonus alle aziende e non più ai consumatori

Nella Manovra 750 milioni di euro nel 2025, un miliardo all’anno dal 2026 al 2030 per veicoli a basse emissioni

Il governo italiano taglia gli incentivi per la mobilità sostenibile nel 2025. Abolito l’ecobonus, con e senza rottamazione, anche per chi ha un Isee al di sotto dei 30.000 euro, per l’acquisto dei nuovi veicoli, che colpisce duramente il mercato dell’elettrico e dell’ibrido, ma anche quello delle auto tradizionali con motore a basse emissioni. È scaduto il 31 dicembre, e non verrà rinnovato, anche il contributo per la trasformazione di un veicolo Euro 4 o superiore tramite impianto Gpl o a metano.

La conferma è arrivata a dicembre dal ministro delle Imprese e del Made In Italy, Adolfo Urso, che ha spiegato che gli incentivi – che pure sono andati a ruba, con un esaurimento dei fondi disponibili per le auto elettriche in poche ore a giugno 2024 – non hanno funzionato: il loro effetto sull’industria automobilistica italiana è stato meno incisivo del previsto. Per questo motivo, il Fondo Automotive inaugurato dal governo Draghi nel 2022, è stato tagliato dell’80% con l’ultima Legge di Bilancio. Al posto degli incentivi ai privati, quest’anno il governo ha deciso di muoversi per spingere l’industria con degli investimenti produttivi. Entrano così nella Manovra 750 milioni di euro, nel solo 2025, per i produttori italiani o che decidono di portare le catene produttive nel nostro Paese. Si sale a un miliardo l’anno dal 2026 al 2030, con precedenza alle produzioni di veicoli a emissioni ridotte. A questa cifra si somma, almeno per il 2025, un fondo da 350 milioni per la riqualificazione e l’ammodernamento della produzione di componenti in Italia, nonché per il sostegno agli stabilimenti.

In questo modo, il governo Meloni spera di rilanciare la produzione interna di auto, da destinare in parte al mercato interno e in parte a quello europeo. Al contempo, un incremento dell’output automobilistico italiano potrebbe – sul medio-lungo periodo, almeno – rendere più competitivi i prezzi per i consumatori, tamponando parzialmente l’assenza degli incentivi e, al contempo, permettendo ai marchi europei di fronteggiare al meglio la concorrenza cinese. Concorrenza che, ormai, si fa sempre più agguerrita: Mg e Byd presidiano stabilmente i principali mercati europei, Italia inclusa, mentre Xiaomi ha esposto la sua SU7 Max a Milano tra metà dicembre e inizio gennaio. Anche Geely, con marchi come Polestar e Lynk&Co., sta incrementando le vendite nel Belpaese. E proprio gli agguerriti competitor cinesi hanno spinto la Commissione europea ad agire. Di fronte a un calo delle vendite di auto elettriche del 6% e a vendite complessive pari a 10,6 milioni di vetture nel 2024 (un misero +0,8% rispetto al 2023), Ursula von der Leyen ha avviato, il 30 gennaio, un dialogo strategico con i Paesi membri che dovrebbe portare a una risposta già entro 40 giorni. Sul tavolo ci sarebbero degli incentivi comunitari per le auto elettriche europee, ma i dettagli ancora latitano.

Elettriche: la ricarica a casa

Se avete intenzione di acquistare un’auto elettrica o ibrida, MetanoNord ha le soluzioni perfette per la ricarica domestica. L’azienda offre due modelli, adatti a tutte le esigenze. Il primo è una wallbox con potenza da 7,4 kW a 22 kW, per un prezzo che va dai 590 euro (senza installazione) ai 1.200 euro (con installazione). Il secondo è una colonnina, anch’essa con potenza da 7,4 kW a 22 kW, con un prezzo di 4.650 euro con installazione inclusa. C’è una soluzione anche per le e-bike, sempre con potenza tra 7,4 e 22 kW e prezzo a partire da 400 euro.

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