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Mercoledì 23 Aprile 2014
La sfida del fotovoltaico
senza gli incentivi
Viene definita la «seconda era» del fotovoltaico. Almeno in Italia. Il dato che caratterizzerà questa nuova fase sarà la scomparsa degli incentivi. E sarà a quel punto che il settore dovrà dare prova di potersi sostenere con proprie risorse.
Viene definita la «seconda era» del fotovoltaico. Almeno in Italia. Il dato che caratterizzerà questa nuova fase sarà la scomparsa degli incentivi. E sarà a quel punto che il settore dovrà dare prova di potersi sostenere con proprie risorse.
Una sfida che l’ultimo rapporto, alla sua sesta edizione, del Solar Energy Report del Politecnico di Milano, intitolata «La nuova era del fotovoltaico italiano: sfide e opportunità per le imprese italiane nel mercato post-incentivazione», non esita a indicare come denso di opportunità.
Le possibilità non mancano – si precisa nel rapporto - ma gli operatori dovranno saperle cogliere, puntando sulla capacità di autoconsumo, soprattutto per le taglie residenziali e commerciali, e sull’integrazione con soluzioni di storage.
A livello di numeri, la capacità cumulata a fine 2013 in Italia era pari a circa 17,9 Gw su un totale di oltre 550.000 impianti. Nel corso dell’ultimo anno sono stati connessi 1,45 GW di nuova potenza, dei quali il 21% costituito da impianti non incentivati: questo mercato conta in totale 305 Mw, per il 67% costituiti da impianti residenziali, che insieme a quelli commerciali sono anche i principali responsabili della crescita fotovoltaica italiana maturata lo scorso anno.
Nel residenziale, in particolare, la potenza installata lo scorso anno è stata comunque superiore a quella del 2010, nonostante ci siano stati solamente sei mesi di Conto energia. Più difficile la situazione per il segmento industriale, di taglia al di sopra dei 200 kW, la cui quota di mercato si è ristretta del 47%. In aumento la quota delle centrali solari superiori al MW di potenza.
E il futuro? Il Solar Energy Report stima per il 2014 un mercato nell’ordine di 1 GW, fatto per ben il 50% dal residenziale, per il 40% da impianti commerciali e industriali e per il resto da centrali. Successivamente, fino al 2020, il mercato potrebbe assestarsi su valori di poco inferiori a 1 GW l’anno, con il residenziale che si confermerà comunque uno “zoccolo duro“ (40% delle installazioni).
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