I più piccoli in campo contro la fame nel mondo

«Quanto pesa una lacrima di un bambino?». Già, quanto può pesare. «Dipende. Quella di un bambino capriccioso pesa meno del vento. Quella di un bambino affamato pesa più di tutta la Terra». Saranno proprio i bambini a farsi custodi e portavoce di questo messaggio, uscito dalla visionaria penna di Gianni Rodari.

E lo faranno attraverso «l’occasione formidabile» del confronto, forse anche del conflitto intergenerazionale, quando porteranno nelle scuole e nelle loro case, ai loro insegnanti e ai loro genitori, temi, argomenti e richieste piuttosto efficaci a sostegno della loro “piattaforma diplomatica”. Il loro “veicolo” sarà la Carta di Milano dei Bambini, la versione in “bambinese” del testo madre rivolta agli adulti (finora oltre 350mila le firme). Ma qui, nella “loro” Carta, i bambini dai 5 fino ai ragazzi di 13 anni sanno molto bene che cosa vogliono, quando da Milano, da dentro l’Expo, si rivolgono ai bambini di tutto il mondo: «Noi siamo i custodi della Terra, e la Terra custodisce noi. Dobbiamo proteggerla così lei proteggerà noi». In questo la Carta dei Bambini sembrerebbe in questo «perfino in anticipo» sul testo dell’enciclica «Laudato si’» di papa Francesco, nel sollecitare tutti gli uomini a diventare primi custodi della Terra.

Un linguaggio tutto loro

I bambini lo fanno anche con splendidi disegni. E attraverso un percorso di approfondimento e di conoscenza fatto a misura di bambino, si rivolgono con il loro linguaggio a loro stessi, per primi. Con un monito. Avvertono: attenzione bambini, abbiamo un problema. Stiamo crescendo, la popolazione sta crescendo e questo pianeta non è nelle condizioni, se non facciamo qualcosa, di dare da mangiare a noi, e ai futuri bambini in maniera adeguata.

Il nostro motto deve essere: cibo buono per tutti. Dobbiamo agire tutti assieme, grandi e piccoli, perché tutti abbiano accesso a un cibo che sia buono. Il disegno dei due bambini al parco, seduti su un’altalena fin troppo sbilanciata e fuori equilibro centra il primo messaggio: un ragazzino obeso e uno denutrito come sintesi dei paradossi globali del cibo. Tante persone che hanno sempre fame e sono deboli, molte altre che invece sono grasse, obese e i ammalano. Pone queste contraddizioni e le rivolge al nostro futuro, alle nuove generazioni la Carta di Milano dei Bambini.

Riparte da questo ulteriore passo dentro i grandi temi di Expo come lotta alla fame, allo spreco alimentare, alla sostenibilità ambientale. La Carta dei Bambini – che può essere firmata dai più piccoli in Expo al Padiglione Italia, ma anche on line - è stata presentata dal ministro Maurizio Martina, un testo frutto del lavoro del Laboratorio Expo e di Fondazione Feltrinelli, disegni curati dalle stesse matite e colori che fanno da regista alle storie di Geronimo Stilton, e i testi usciti dalla Scuola Holden.

«Finora abbiamo cercato di richiamare i bambini a Expo con spazi ricreativi e divertimento. Decide e decine di classi hanno attraversato Expo,finora. Tutti poi se ne sono andati con un bagaglio di informazioni, di provocazioni, domande e di esperienze di grandissimo significato - spiega il ministro Martina - e mi è capitato di parlare con bambini che poi in famiglia hanno discusso con i genitori, con i fratelli, dei temi che Expo ha consentito loro di affrontare. Ecco con la Carta di Milano dei Bambini, dopo il divertimento di Expo, li abbiamo voluti chiamare all’impegno. Era un atto dovuto».

Martina sollecita ora un grande lavoro di diffusione della Carta dei Bambini. Si aspetta una risposta dai territori. Anche da quello Bergamasco.

Il confronto a tavola

«Ho visto che diversi Comuni in provincia di Bergamo hanno sottoscritto la Carta di Milano. Ora l’invito è di scatenare la mobilitazione e la partecipazione dei sindaci, delle amministrazioni locali, delle associazioni per far conoscere questa opportunità rivolta ai bambini. L’occasione dei centri ricreativi estivi e dei Grest può essere l’altra grande occasione di tutta questa estate. Poi la Carta diventerà anche uno strumento formidabile di lavoro per le scuole italiane – annuncia Martina -. Da settembre, distribuiremo in tutte le classi la Carta. E organizzeremo una settimana in tutte le scuole italiane. Sarà una settimana di mobilitazione, sul valore educativo che Expo può generare, temi cruciali per il futuro e le nuove generazioni».

Una Carta di responsabilità

La Carta dei Bambini anche come lavoro di ricerca, di uno staff dedicato – coordinato da Massimiliano Tarantino del Laboratorio Expo – e creato appositamente per renderla un prodotto efficace. E dopo l’inquadramento del problema, da cui il motto “Cibo buono per tutti”, la Carta è articolata in altre due sezioni. Una dedicata al mondo che noi (bambini) desideriamo La risposta è categorica: lo sappiamo bene come è fatto il mondo che vogliamo, dove le differenze alimentari sono differenze culturali. E a noi vanno bene così. Dove la diversità del cibo che si fa cultura è un elemento di ricchezza, di unione, di confronto fra generazioni e fra culture.

E questo è un elemento centrale del mondo che vogliono i bambini e dei bambini che hanno scritto la loro Carta di Milano. E poi c’è l’assunzione di responsabilità. La Carta di Milano è un’assunzione di responsabilità: sono i bambini che dicono a loro stessi, «a noi bambini», cosa possiamo fare per l’obiettivo “cibo buono per tutti”. Un’azione è prioritaria e viene declinata in bambinesco così che i bambini possono comprenderla. Le azioni principali sono tutte rivolte contro lo spreco, a favore del riuso: no allo spreco dell’acqua, da quando mangiamo a quando laviamo gli alimenti o usiamo l’acqua per l’igiene.

Infine il riuso. Cominciando dalla consapevolezza del gesto della raccolta differenziata: attraverso il riuso del materiale che stiamo buttando stiamo generando nuovi prodotti, dalla carta e alla plastica che abbiamo usato attraverso le nostre azioni alimentari quotidiane. Anche questa è una possibilità per unire genitori, insegnanti e bambini in un dialogo di acquisizione di consapevolezza: tutti dobbiamo essere più responsabili per un pianeta più sostenibile, avvertono i bambini.

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