Il 2024 ha registrato il record di temperatura media globale, superiore al precedente del 2023. È stato il primo anno a superare di 1,5°C i livelli preindustriali, la soglia fissata dall’Accordo di Parigi per ridurre in modo significativo i rischi e gli effetti dei cambiamenti climatici. Sono stati battuti diversi record globali, sia per i livelli di gas serra sia per la temperatura dell’aria e della superficie del mare, contribuendo a eventi estremi, tra cui inondazioni, ondate di calore e incendi. I dati sono divulgati, in particolare, dall’agenzia europea Copernicus, che con i suoi satelliti monitora anche l’andamento della crisi climatica.
Pavimentazione che drena la pioggia e taglia il calore
Il calcestruzzo di Heidelberg Materials i.idro Drain alla fiera Myplant & Garden. Capacità prosciugante straordinaria, favorisce ricircolo dell’aria e fusione di neve e ghiaccio
Superfici asfaltate roventi
Tra i fattori che contribuiscono all’innalzamento delle temperature ci sono le isole urbane di calore. Si tratta di un fenomeno che interessa le città nei mesi più caldi, quando le temperature dell’asfalto possono raggiungere anche i 55°. Ci sono molteplici fattori che, interagendo tra loro, alimentano il problema: il primo sono le superfici asfaltate e gli edifici in cemento dei centri urbani; il secondo è costituito dal calore emesso da veicoli, case e industrie; il terzo è la struttura delle città, dove l’aria resta intrappolata tra gli edifici. Dal punto di vista delle soluzioni sappiamo che alberi, prati e zone verdi sono gli alleati degli architetti per raffrescare i centri urbani, al fianco di soluzioni innovative per i materiali del comparto edilizio.
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«Il concetto di “green design” è legato alla bellezza formale. Al contrario, l’architettura del paesaggio prende in considerazione la natura che deve tornare a essere protagonista non perché è bella, ma perché è necessaria». È la tesi espressa dall’architetto paesaggista Simone Zenoni, noto a Bergamo per aver firmato progetti importanti come la riqualificazione del centro piacentiniano, a margine della fiera Myplant & Garden. La più importante manifestazione professionale dell’orto-florovivaismo, del garden e del paesaggio in Italia, ha aperto oggi la nona edizione negli spazi di Rho Fiera, e si concluderà il 21 febbraio. Le novità della nona edizione sono uno spazio espositivo ampliato (55.000 mq, 5.000 mq in più rispetto all’anno passato) e un rinnovato «paesaggio fieristico». Tra le aziende orobiche è presente anche l’importante gruppo, leader nella produzione di materiali e soluzioni per il comparto edilizio Heidelberg Materials, che ha raccolto l’eredità di Italcementi.
La soluzione innovativa
Proprio come soluzione per mitigare le isole di calore verrà presentata in fiera una delle soluzioni di punta nell’ambito della sostenibilità ambientale e dell’innovazione tecnologica: il calcestruzzo drenante i.idro Drain. Questo materiale, frutto di un’attenta selezione degli aggregati e di un particolare legante cementizio, si distingue per una capacità drenante straordinaria, fino a cento volte superiore rispetto a quella di un terreno naturale. Grazie a questa caratteristica, i.idro Drain consente di migliorare la permeabilità dei suoli, contribuendo significativamente alla riqualificazione degli spazi urbani. Dal punto di vista economico, garantisce una riduzione dei costi di manutenzione, maggiore durabilità e una minore incidenza dei costi legati alla captazione e alla gestione delle acque meteoriche.
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Le pavimentazioni realizzate con i.idro Drain offrono molteplici vantaggi. Innanzitutto, favoriscono il ricircolo dell’aria e la rapida fusione di neve e ghiaccio, prevenendo la formazione di ghiaccio superficiale. Inoltre, garantiscono il drenaggio delle acque piovane, riducendo il rischio di ruscellamento e di fenomeni come l’aquaplaning (slittamento sull’acqua, ndr), sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Dal punto di vista ambientale, questo calcestruzzo contribuisce alla ricarica delle falde acquifere, risultando ideale per aree sottoposte a tutela ambientale. L’elevata riflettanza solare (Sri), soprattutto nella versione bianca, aiuta a mitigare l’effetto dell’isola urbana di calore, riducendo la temperatura al suolo fino a 30°C rispetto alle superfici asfaltate.
Una risposta concreta
Grazie alla combinazione di estetica, funzionalità e sostenibilità, l’innovativa pavimentazione drenante rappresenta una risposta concreta alle sfide delle città moderne. Oltre a migliorare la sicurezza e l’accessibilità degli spazi pubblici, queste pavimentazioni offrono un contributo tangibile alla rigenerazione urbana, valorizzando il territorio e migliorandone la resilienza ambientale. Tra le opzioni sono state anche sviluppate due varianti: la versione Eco, che integra materiali riciclati, e Active, che utilizza la fotocatalisi, un processo naturale che utilizza la luce per abbattere inquinanti atmosferici come gli ossidi di azoto. Queste soluzioni incarnano i principi dell’economia circolare e contribuiscono a ridurre le emissioni di CO 2, rafforzando l’impegno di Heidelberg Materials nella trasformazione del settore edilizio.
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«Storicamente la pavimentazione drenante era la ghiaia, che va tenuta stabile e non è praticabile, per esempio, da un portatore di disabilità», come ricorda l’architetto Zenoni. «I pavimenti drenanti studiati oggi dalle aziende hanno il vantaggio di essere stabili nel tempo e di essere più drenanti della ghiaia».
Versioni eco e active
Del calcestruzzo drenante i.idro Drain sono state sviluppate due varianti: la versione Eco, che integra materiali riciclati, e Active, che utilizza la fotocatalisi, un processo naturale che utilizza la luce per abbattere inquinanti atmosferici come gli ossidi di azoto. Queste soluzioni incarnano i principi dell’economia circolare e della riduzione delle emissioni di CO2, rafforzando l’impegno di Heidelberg Materials nella trasformazione dell’edilizia.
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