Funghi, troppi incidenti gravi: scegliere bene e muoversi in sicurezza

L’emergenza. La stagione dei funghi, particolarmente condizionata quest’anno dal meteo, continua nel corso del mese di ottobre. Molti appassionati, bergamaschi e non solo, risalgono le Valli Brembana, Seriana e di Scalve per la ricerca nei boschi. Le raccomandazioni sono di raccogliere funghi commestibili seguendo le regole vigenti e di compiere le escursioni in condizioni di sicurezza. «Attenzione – avvertono le Guide alpine italiane – perché i rischi presenti in montagna possono provocare spiacevoli conseguenze».

La stagione dei funghi, particolarmente condizionata quest’anno dal meteo, continua nel corso del mese di ottobre. Molti appassionati bergamaschi risalgono le Valli Brembana, Seriana e di Scalve per la ricerca nei boschi. Le raccomandazioni sono di raccogliere funghi commestibili seguendo le regole vigenti (il riferimento è l’art. 96 e seguenti della legge regionale n. 31 del 2008) e di compiere le escursioni in condizioni di sicurezza. «Attenzione – avvertono le Guide alpine italiane – perché i rischi presenti in montagna possono provocare spiacevoli conseguenze».

Le cronache riportano, purtroppo, casi di cadute anche tragiche nei dirupi o lungo i sentieri e di perdita dell’orientamento. È importante prevenire il più possibile i pericoli. Innanzitutto è necessario che non si vada per boschi da soli, in particolare chi è meno esperto. È fondamentale comunicare a familiari e amici l’orario previsto per il rientro e il percorso scelto, specificando, se possibile, la zona con il maggior numero possibile di particolari.

Raccogliere solo i commestibili seguendo le regole vigenti. Utili torcia, kit di pronto soccorso, carta topografica, cellulare

Con il classico cestino per funghi è bene dotarsi anche di uno zaino, nel quale poter riporre l’abbigliamento di scorta nel caso la temperatura si abbassi o giunga un temporale improvviso, cibo, acqua, una torcia, un kit di pronto soccorso, un cellulare. Utile una carta topografica della zona: è immediata, non necessita di connessioni, non pesa, è consultabile ovunque. Giova ricordare che un abbigliamento con colori vistosi come il giallo aiuta ad essere individuati meglio nel caso in cui si perda l’orientamento o nell’impossibilità di rientrare all’auto.

Scarponcini, pantaloni lunghi, bastone per scacciare i rettili. Evitare pendii scoscesi, balzi di rocce, canali e corsi d’acqua

Solitamente si percorrono terreni su versanti impervi, per cui la prudenza deve essere massima. È bene partire sempre con scarponcini da montagna comodi ai piedi, con buon carrarmato anti-scivolo e un’altezza tale da proteggere le caviglie anche da eventuali rettili, come le vipere, calpestati inavvertitamente: scarpe da ginnastica o altre simili non vanno bene. Dotarsi di pantaloni lunghi, perché nei boschi non bisogna andare in calzoni corti, e di un bastone per facilitare il mantenimento dell’equilibrio e per allontanare eventuali rettili, ponendo attenzione pure a zecche, zanzare, tafani, ragni, tane di cinghiali.

Studiate prima il percorso

Per prevenire la perdita di orientamento, prima di partire per l’escursione è bene – come raccomandano le Guide alpine – avere un’idea della lunghezza del percorso valutando i propri limiti, in quanto lo sforzo fisico è diverso da persona a persona. A volte può capitare di allontanarsi troppo dal punto di partenza e di farsi prendere dall’entusiasmo, si cammina parecchio e non ci si rende conto che, se ci sono volute tre ore per raggiungere un dato punto del bosco, ne occorreranno almeno altrettante per ripercorrere al contrario lo stesso tragitto.

Se si perde l’orientamento, non girovagare, provare a tornare sui propri passi, se necessario chiamare il 112

Inoltre, sul posto è bene osservare la tipologia di accesso al bosco: occorre decidere se seguire una comoda mulattiera oppure un sentiero impervio lungo un versante, controllare l’orografia del terreno per cercare di capire se sia possibile evitare o aggirare pendii scoscesi, balzi di rocce, canali e corsi d’acqua, osservare se il terreno è asciutto o per le condizioni atmosferiche umido e scivoloso, il tipo di ambiente, perché è possibile trovare mulattiere e sentieri battuti oppure un bosco fitto senza viabilità minore, con il rischio di perdere l’orientamento. In ogni caso gli esperti consigliano di seguire i sentieri battuti, di guardare bene se siano segnalati con numeri e colori, di memorizzare eventuali tracce sul terreno e altri punti di riferimento, aguzzando anche l’udito per notare la vicinanza di animali nelle malghe, ruscelli o altro.

App di Comunità Montana Valle Brembana e Soccorso Alpino per tracciare i tragitti e allertare i soccorsi

Se si perde l’orientamento, è consigliabile non farsi prendere dal panico, evitare di girovagare, provare a tornare sui propri passi. In caso di necessità chiamare il 112 . La Comunità Montana Valle Brembana e il Soccorso Alpino hanno messo a disposizione, gratis se si acquista il ticket di abbonamento annuale per la raccolta di funghi, l’app GeoResQ da attivare sul cellulare per tracciare le escursioni e, in caso di emergenza, allertare i soccorsi. Strumento utile da estendere su tutto il territorio.

Non smarrire la diritta via, consigli utili

Il problema dell’orientamento è antico come il mondo. Noè, dopo il diluvio, scelse una colomba per trovare la direzione della terraferma. Dante aveva perso l’orientamento in una selva oscura perché la «diritta via era smarrita». Già le prime civiltà adottarono i colombi viaggiatori per portare messaggi. Fino al XVIII secolo il problema dell’orientamento continuò a essere viziato da convinzioni che attribuivano ad alcuni animali, come uccelli migratori, formiche, farfalle e altri insetti, la facoltà di trovare la direzione giusta. Nei primi anni del secolo scorso il francese Pierre Jaccard dimostrò come l’orientamento sia una questione di attenzione, osservazione e, soprattutto, memoria. Dipende dalla facoltà di fissare la configurazione dell’ambiente, notare tutti i segni, anche quelli meno evidenti, e ricordarli in ogni particolare.

Con il bel tempo non ci sono problemi di orientamento. Carta topografica, bussola e, di notte, la stella polare sono utili, ma con il maltempo, vento forte, temporale, bufera, nebbia, non servono. Evitare di trovarsi, durante un nebbione di montagna, in boschi di ontano verde o pino mugo, con fusti prostrati che coprono il terreno come una ragnatela tale da rendere arduo orientarsi. Alla fine per orientarsi sono necessari punti di riferimento anche minimi. Basta prendere la linea di massima pendenza per portarsi a valle? Non sempre, sostengono gli esperti. Ma qualsiasi bosco del nostro territorio possiede molti punti di riferimento, segni evidenti che, prima o poi, portano nella direzione giusta. L’importante è non scivolare, cadere e ferirsi.

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