Mettere insieme il plurale e il singolare, le energie fisiche e le energie umane. Parte da queste parole il progetto «Energie per la Casa comune», sotto il cappello del Programma nazionale di informazione e formazione «Italia in classe A», co-finanziato dal ministero per l’Ambiente e la sicurezza energetica e promosso da Enea in collaborazione con la Rete nazionale agenzie energetiche locali (Renael) e la Conferenza episcopale italiana. Un partner in un certo senso insolito, ma tutt’altro che imprevedibile: le diocesi e il sistema delle parrocchie, che per il territorio rappresentano, per molti versi, uno dei presidi per un tempo rinnovato di comunità.
Diocesi e parrocchie: energie per la Casa comune
Ispirato dall’enciclica «Laudato si’» per promuovere l’efficienza energetica e l’utilizzo di rinnovabili nel patrimonio immobiliare delle diocesi italiane
Le comunità sono centrali nella prospettiva della transizione ecologica, che necessita della diffusione di una concreta cultura di efficienza energetica, risparmio e uso delle fonti rinnovabili. A fondamento di questo incontro di singole forze che condividono un impegno plurale, ci sono due documenti di Papa Francesco, l’enciclica «Laudato si’» sulla cura della Casa comune e la successiva esortazione apostolica «Laudate Deum» sulla crisi climatica.
Abbattere consumi, emissioni e costi per la gestione energetica del consistente e variegato patrimonio immobiliare che alle diocesi fa riferimento. Come? Facendo informazione sul tema dell’uso razionale dell’energia e sulle opportunità di efficientamento degli edifici, esemplificando tecniche e modi per valutarne i consumi e per identificare interventi di miglioramento delle loro prestazioni energetiche e ambientali. «Occuparsi del patrimonio edilizio esistente significa trattare il settore che comporta almeno il 40% dei consumi totali dei nostri territori e delle correlate emissioni climalteranti. Significa anche trattare temi nuovi e crescenti come la povertà energetica. Fare una diagnosi e programmare per questo patrimonio il progressivo efficientamento è un’azione fondamentale per le comunità, partendo proprio dalla loro consapevolezza». Ilaria Bertini, che dirige l’Unità efficienza energetica di Enea, sottolinea con queste parole lo spirito molto concreto del progetto.
Non è un caso il richiamo al valore della diagnosi energetica. Analizzare nel dettaglio gli edifici esistenti consente di individuare le priorità di investimento rispetto alla loro capacità di generare il miglior risultato di efficientamento dei consumi, proprio lavorando sulla cultura dell’uso razionale. Si tratta di quella sobrietà che attraversa l’enciclica «Laudato si’» e che sta alla base della transizione ecologica. Non basta essere più efficienti o innovativi nel modo di consumare energia, ma serve saperla usare con raziocinio e sobrietà. Perché l’energia, appunto, è la nostra Casa comune.
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