La ricchezza comune di conoscenza del nostro rapporto con l’energia – in cerca di sostenibilità sociale, economica e ambientale – è una potente arma pacifica per contrastare la povertà energetica. L’ufficio studi della Cgia (Confederazione generale italiana dell’artigianato) di Mestre ha diffuso la sintesi della propria analisi sui dati più recenti presentati dall’Osservatorio italiano sulla povertà energetica: quasi 2,4 milioni di famiglie italiane soffrono questa condizione, ovvero più di 5,3 milioni di persone, le cui abitazioni sono poco salubri, non sufficientemente riscaldate d’inverno e raffrescate d’estate, con illuminazione scadente e uso ridotto dei principali elettrodomestici.
Insieme per la cura della Casa comune
Progetti per l’auditorium di Mapello, stabile Zilioli e chiesa e oratorio di Valtesse
È questo il contesto in cui si muove anche l’azione dei presidi diocesani sul territorio. Efficienza e fonti rinnovabili sono certamente strumenti decisivi per affrontarlo. «Le Comunità energetiche – evidenzia Stefano Remuzzi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo – sono una declinazione pratica dell’enciclica Laudato si’. I temi della povertà energetica e dell’attenzione ai più fragili sono sintetizzati perfettamente all’interno di progetti che integrano efficienza, risparmio e uso dell’energia rinnovabile. La grossa questione è che alcuni procedimenti sono complessi e necessitano di competenze tecniche ed economiche oltre che sociali. È necessario impostare un bel lavoro di squadra tra uffici di curia, enti gestori, tecnici».
Proprio questo lavoro di squadra fatto da fondamento al progetto pilota «Energie per la Casa comune»: nella nostra diocesi l’analisi ha riguardato auditorium «Papa Giovanni XXIII» di Mapello, stabile Zilioli, chiesa e oratorio di Valtesse a Bergamo. «La pastorale sociale e del lavoro di Bergamo riserva da sempre grande attenzione ai temi della sostenibilità», continua Remuzzi. «Le attività tenute in questi anni hanno avuto carattere di sensibilizzazione delle comunità. Insieme ad altri enti abbiamo costruito corsi per le scuole. Inoltre, insieme all’Ufficio per la Pastorale dell’età evolutiva e a due cooperative del nostro territorio abbiamo costruito dei progetti per i Centri ricreativi estivi». Un ambiente vivo, caratterizzato da un’estesa collaborazione. «Moltissime realtà hanno a cuore questo tema e non si risparmiano nella collaborazione», chiosa Remuzzi. «Penso alle Acli provinciali, ai sindacati, al mondo cooperativo, alle aziende, dove possibile, alle associazioni di categoria e certamente agli altri Uffici di Curia interessati». Un territorio dove l’enciclica «Laudato si’» non si ferma alle parole.

«Il territorio della diocesi di Bergamo abbraccia quasi tutta la provincia – spiega don Enrico Minuscoli, economo della diocesi – e si estende su una superficie di 2.450 km quadrati, conta 390 parrocchie e più di 1.500 chiese. Un territorio ricchissimo di storia, dove le attività umane si interfacciano con l’ambiente naturale, dalla pianura alle Orobie: un contesto in cui i principi di ecologia integrale e di solidarietà espressi da Papa Francesco trovano un terreno molto fertile». Il progetto ha inteso dimostrare le opportunità di lavorare concretamente sull’efficienza per generare benefici sociali, economici e ambientali. «Seminari e corsi di aggiornamento specifici, insieme alla diffusione di buone pratiche, potrebbero sensibilizzare ulteriormente sul tema dell’efficienza energetica e della sostenibilità», aggiunge don Enrico Minuscoli.
«Gli ostacoli principali incontrati spesso nel concretizzare interventi di efficientamento sono legati ai costi necessari per gli adeguamenti e alla difficoltà di integrare soluzioni innovative in edifici storici, che richiedono interventi tecnici complessi. Non meno influisce la frammentazione della gestione del patrimonio, che può complicare la pianificazione di interventi su larga scala». Competenza tecnica, sui diversi aspetti, e capacità di integrare risorse pubbliche e private rappresentano il binomio essenziale.
«La sperimentazione del progetto pilota dimostra che serve un supporto tecnico mirato, cioè una buona consulenza per la realizzazione di piani di efficientamento specifici. A livello finanziario, possono essere determinanti i fondi pubblici e privati, insieme ad incentivi fiscali, opportunamente integrati tra loro, che permettano di coprire una parte dei costi iniziali», aggiunge don Enrico Minuscoli. Partendo dalla conoscenza di dettaglio degli edifici, secondo il percorso compiuto sul territorio dal progetto.
«Le principali voci di spesa dei nostri immobili riguardano la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici. A questi costi si aggiungono quelli legati alla manutenzione e agli interventi straordinari necessari per il consolidamento delle strutture e il miglioramento dell’efficienza energetica», conclude don Enrico Minuscoli
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