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Efficienza energetica in meraviglie d’arte

Gli interventi per gli impianti di riscaldamento nel Museo e Tesoro della Cattedrale e per l’Aula Magna dell’Università in Sant’Agostino

Una meraviglia nascosta e ancora poco conosciuta dagli stessi bergamaschi si trova sotto il Duomo, in Città Alta. È il Museo e Tesoro della Cattedrale, il cui ingresso si trova sotto il porticato del Palazzo della Ragione, sul lato sinistro del Duomo, accessibile attraverso una scalinata che conduce al livello inferiore. Gestito dalla Fondazione Adriano Bernareggi, il Museo conserva ed espone l’architettura originale della cattedrale paleocristiana di San Vincenzo, risalente al V secolo. Una stratificazione, costituitasi nel corso dei secoli, ha tenuto segreto uno scrigno di tesori, mosaici e suppellettili che riconsegnano testimonianze antiche della ricca storia e della profonda fede della comunità bergamasca.

La basilica paleocristiana era sempre stata lì, attestazione di come doveva essere rilevante la prima comunità cristiana in Bergamo, nata probabilmente da prigionieri romani di origine orientale (i «damnati ad metalla»), costretti a lavorare nelle miniere di ferro e altri minerali in alta Val Seriana. Una volta liberi, pare che abbiano riconosciuto in San Vincenzo di Saragozza martire il proprio patrono, e si siano spostati, creando diverse comunità anche a Bergamo. Le tracce di un sito romano, della Cattedrale paleocristiana di San Vincenzo e della successiva Cattedrale romanica, avvolte nella ricostruzione rinascimentale dell’architetto Filarete, l’attuale Duomo, sono riemerse durante complesse operazioni di scavo, avvenute a partire dal 2004 per realizzare il nuovo impianto di riscaldamento della chiesa.

La splendida iconostasi

Anche un sito archeologico di tale pregio, trasformato in Museo, necessita di un sistema di riscaldamento che consenta la conservazione delle opere, tra cui la splendida iconostasi duecentesca con Sant’Anna Metterza e raffigurazioni di santi e devoti. Nell’agosto 2012, l’anno in cui il Museo, realizzato dalla Diocesi con il contributo della Fondazione Credito Bergamasco, ha aperto i battenti, l’incarico di ristrutturare gli impianti termici del Museo è stato affidato all’impresa Ing di Treviolo. Un intervento importante. Le opere esposte sono di diversa natura, dagli affreschi ai reperti archeologici, fino ai tesori della Cattedrale: sono tutte soggette a un particolare deterioramento al di fuori di specifiche condizioni termoigrometriche, cioè di temperatura, umidità e ventilazione dell’ambiente. L’esigenza, quindi, era quella di realizzare degli impianti di climatizzazione in grado di regolare le temperature e i livelli di umidità all’interno del museo al fine di creare le condizioni più adatte alla conservazione delle opere. Il progetto ha previsto il posizionamento di due principali impianti che controllano i parametri della temperatura e dell’umidità. Questo sistema di climatizzazione consente di mantenere la temperatura costante tra i 20 e i 25 gradi per tutto l’anno. Essendo presenti carichi variabili nelle varie zone del museo, l’impianto è in grado di generare caldo e freddo in simultanea, in funzione della richiesta dell’ambiente. L’impianto, invece, che regola l’umidità all’interno del Museo consente di mantenere l’umidità relativa in ambiente di circa il 55% costante sia in estate che in inverno.

Una delle difficoltà principali nel riscaldare gli edifici di culto è data dall’altezza degli spazi: il calore tende a disperdersi verso l’alto e può rovinare specialmente le strutture in legno a causa degli sbalzi di temperatura o dell’umidità. Nelle chiese non è possibile realizzare interventi di isolamento termico, di conseguenza bisogna lavorare sugli impianti: l’opera principale consiste nella sostituzione di quelli esistenti con caldaie a condensazione o pompe di calore, con diffusione a pavimento. Con questi tipi di intervento di efficientamento energetico si possono ottenere risparmi importanti: dal 20 al 30%. Negli anni Cinquanta e Sessanta si iniziò a riscaldare le chiese utilizzando sistemi ad aria ad alta temperatura (50-70 gradi), con il rischio di compromettere le strutture lignee e gli organi a causa della bassissima umidità. Ora nell’installazione di impianti ad aria si adottano una serie di accortezze: l’aria deve essere a una temperatura più bassa, tra i 35 e i 40 gradi, ma deve essere emessa in quantità maggiore.

Nel 2014 Ing si è occupata di un altro intervento importante: l’impianto di riscaldamento, condizionamento e ricambio d’aria dell’ex chiesa di Sant’Agostino in Città Alta, in vista dell’odierna destinazione d’uso come Aula Magna dell’Università di Bergamo. L’intervento ha previsto un impianto di riscaldamento capace di rispettare i beni architettonici ed artistici e permettere un elevato grado di comfort, grazie alla ripartizione uniforme del calore, e un maggior risparmio in termini di consumi e di manutenzione. La scelta, quindi, è ricaduta su un intervento di riscaldamento a pavimento data l’altezza imponente dell’edificio. Inoltre, visto l’elevato numero di persone che l’ambiente avrebbe contenuto al proprio interno, si è optato per installare un impianto di climatizzazione con trattamento e ricambio d’aria, con distribuzione tramite canali interrati a pavimento.

Studi attenti degli ambienti

Questi due interventi sono i più importanti di Ing in edifici nati come chiese e hanno richiesto un attento studio degli ambienti e una scelta ponderata degli impianti da installare. Tra i sistemi di efficientamento energetico che possono essere installati nelle chiese, uno dei più facili è il relamping, che consiste nella sostituzione delle luci tradizionali con quelle a led. L’intervento è facile ma richiede uno studio illuminotecnico specifico, che consente, però, un risparmio dell’energia consumata che va dal 50 al 60 per cento. Nonostante i due interventi di cui abbiamo parlato risalgano a più di dieci anni fa, le tecnologie non hanno risentito di notevoli passi avanti, se non per il monitoraggio dei consumi nel tempo, che consente una gestione migliore, riducendo gli sprechi.

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