Energia e clima, il piano è pronto solo in due Comuni

Transizione ecologica. Sono solo due, su 218 firmatari e 243 totali, i Comuni bergamaschi che hanno concluso il percorso per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico iniziato a livello europeo con il Patto dei sindaci del 2008. Se ne parla su eco.bergamo, la rivista di 52 pagine di ambiente, ecologia, green economy in edicola domenica 9 aprile gratis con L’Eco (resterà poi disponibile nella sezione edicola digitale di questo sito). Il Patto, lanciato dalla Commissione europea, deve avallare e sostenere gli sforzi compiuti dagli enti locali nell’attuazione delle politiche nel campo dell’energia sostenibile.

Sono solo due, su 218 firmatari e 243 totali, i Comuni bergamaschi che hanno concluso il percorso per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico iniziato a livello europeo con il Patto dei sindaci del 2008. Se ne parla su eco.bergamo, la rivista di 52 pagine di ambiente, ecologia, green economy in edicola domenica 9 aprile gratis con L’Eco (resterà poi disponibile nella sezione edicola digitale di questo sito). Il Patto, lanciato dalla Commissione europea, deve avallare e sostenere gli sforzi compiuti dagli enti locali nell’attuazione delle politiche nel campo dell’energia sostenibile.

Riconosce, dunque, il ruolo decisivo dei governi locali nella mitigazione del cambiamento climatico, ovvero nella riduzione delle emissioni di gas serra dovute alla produzione di energia. Tale ruolo deve concretizzarsi nella consegna da parte dei Comuni del Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (acronimo Paesc), con delineate le azioni principali da avviare. Un’intenzione ambiziosa, ma allo stesso tempo concreta: per venire incontro alle risorse limitate dei Comuni, era stato previsto che province, regioni e autorità nazionali si facessero «Coordinatori del Patto», offrendo ai firmatari consulenza strategica e assistenza tecnico-finanziaria.

Mitigazione e adattamento, il percorso iniziato con il Patto dei sindaci del 2008 si è fermato

«Il problema grosso è stato il depotenziamento delle Province dal 2014, così che non hanno più potuto assolvere alla propria funzione di promotori dell’iniziativa presso i Comuni», osserva Gianfranco Masper, consigliere delegato all’Ambiente, ai Parchi e alle Comunità energetiche della Provincia di Bergamo.

«Dal 2014 le Province sono state depotenziate: ai Comuni manca la guida»

«L’amministrazione provinciale aveva investito 100mila euro per incentivare i Comuni in difficoltà a portare avanti il percorso. Dal 2014 abbiamo cercato di mantenere lo stesso tipo di intervento ma con molte difficoltà. Molti Comuni si sono fermati anche perché è venuto meno lo stimolo della Provincia. Il Patto dei sindaci è continuato, il Paesc no. Il capoluogo ci sta lavorando. Solo un paio di Comuni, Alzano Lombardo e Fontanella, lo hanno già presentato».

Il progetto Faber

La Provincia, d’altra parte, non si è fermata. Il Servizio Ambiente, in questi ultimi anni, ha promosso e attuato il progetto «Faber - Funding Action in Bergamo for Emission Reduction», approvato dalla Commissione europea nel 2015 e finanziato dalla Bei, Banca europea per gli investimenti. Il progetto prevede la realizzazione di interventi di efficientamento e riqualificazione energetica del patrimonio pubblico, come edifici e impianti di pubblica illuminazione. L’obiettivo è favorire il raggiungimento degli obiettivi strategici 20-20-20 dell’Unione europea da parte degli Enti aderenti, una settantina di piccoli e medi Comuni sottoscrittori del Patto dei sindaci.

Nel 2022 l’agenzia nazionale Enea ha avviato attività di raccordo e coordinamento

Oggi la denominazione corretta è «Patto dei sindaci per il clima e l’energia» e adotta un approccio integrato alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, con allineamento ai nuovi obiettivi dell’Unione europea al 2050, che prevedono la neutralità climatica, ovvero emissioni nette zero. Nel 2022 Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha avviato attività di raccordo e coordinamento, con lo scopo di far aderire i Comuni ai nuovi obiettivi, realizzando una piattaforma a disposizione degli enti locali. La strada è in salita, ma si può ripartire.

Inventario delle emissioni, piano per la mitigazione, valutazione del rischio, piano per l’adattamento

I Piani d’azione per l’energia sostenibile e il clima prevedono quattro elementi principali: l’inventario di base delle emissioni, il piano d’azione per la mitigazione, la valutazione del rischio climatico e delle vulnerabilità territoriali e, infine, il piano d’azione per l’adattamento. Il quarto è il più importante e comprende azioni mirate al contrasto di vulnerabilità specifiche del territorio e buone prassi da mettere in campo per regolare lo sviluppo futuro in maniera sostenibile. I dati raccolti sono preziosi per conseguire gli obiettivi. Fontanella, per esempio, ha riscontrato una riduzione pro capite delle emissioni di anidride carbonica del 18,5% rispetto al 2005 e ritiene che, attuando la programmazione del Paesc, potrà raggiungere l’obiettivo fissato dal Patto dei sindaci del -40% di emissioni di anidride carbonica entro il 2030.

Il Piano presentato da Alzano Lombardo e Fontanella. Bergamo lo sta preparando

A Bergamo il Paesc è in cantiere. «Siamo in fase di redazione del Piano, tirando anche le somme di quanto raggiunto finora», dichiara Stefano Zenoni, assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo. «Nell’ultima decina d’anni abbiamo avuto una riduzione di circa il 21% delle emissioni, in linea con gli obiettivi europei. È una buona premessa per poter prevedere di raggiungere al 2030 gli obiettivi più ambiziosi».

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