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I rifiuti di Londra accendono Bristol

L’impianto del gruppo Suez brucia 400mila tonnellate di rifiuti bruciati all’anno che danno energia a oltre 50mila case. Taglio di CO2 fino a 2 milioni di tonnellate

Ogni anno, Londra produce sette milioni di tonnellate di rifiuti. Una cifra spaventosa: Milano non è arrivata alle 650mila tonnellate nel 2024. Anche in termini di rifiuti pro capite, la capitale britannica non è messa tanto bene: 0,79 tonnellate all’anno per abitante, contro le 0,47 di Milano.

La gestione di una mole così grande di scarti è un problema enorme per le autorità municipali, che hanno messo in atto una serie di politiche per promuovere la riduzione dei rifiuti, il riciclo e il riutilizzo: dalla messa al bando delle bottiglie in plastica all’installazione di una nuova rete di fontane in tutta la città, fino agli incentivi per i locali che donano i propri scarti alimentari, Londra sta compiendo diversi passi avanti per diventare più sostenibile. Gli obiettivi della città sono ambiziosi: entro il 2026, nessun rifiuto biodegradabile finirà nelle discariche, mentre entro il 2030 si punta a una percentuale di riciclo pari al 65% di tutti i rifiuti prodotti in città e nei sobborghi. Uno dei cardini della strategia delle autorità londinesi è il Severnside Energy Recovery Centre (Serc), il termovalorizzatore realizzato a Bristol dal gruppo Suez che, nel solo Regno Unito, conta 300 strutture e 5.000 dipendenti.

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Con una capacità pari a 400mila tonnellate di scarti ogni anno, l’impianto trasforma in energia e calore il 96,7% dei rifiuti raccolti dalla West London Waste Authority, l’autorità che si occupa della gestione dei rifiuti dei quartieri a ovest di Londra, come Ealing, Harrow, Hourslow e Brent, dove vivono 1,6 milioni di londinesi. Con una produzione annua stimata di 34 MW di energia, il termovalorizzatore garantisce elettricità a più di 50mila abitazioni della vicina città di Bristol, mentre la generazione di calore è pari a 10 MW.

Aumento della capacità

Il progetto, realizzato dalla svizzera Hitachi Zosen Inova (HZI), promette di evitare emissioni fino a due milioni di tonnellate di CO2 entro la fine del contratto operativo tra il Suez, HZI e le autorità inglesi, prevista per il 2037. Ma le aziende coinvolte hanno già deciso di continuare a investire nel progetto: nel 2020 è stato richiesto l’aumento della capacità di rifiuti fino a 500mila tonnellate all’anno, per raccogliere i rifiuti prodotti nella città di Bristol, ma anche in centri come Bath, Canterbury e Swansea, nonché nelle contee del Somerset, del Dorset, del Devon e del Glamorgan. Con le sue due linee, il termovalorizzatore brucia tra le 21,85 e le 24,24 tonnellate di rifiuti ogni ora. Per abbattere le particelle di cenere e i gas residuali nell’atmosfera, HZI ha collaborato con la EPC (un partner specializzato in ingegneria e progettazione degli impianti) per dei sistemi di filtraggio che abbattono la maggior parte delle emissioni atmosferiche di diossido e monossido di carbonio, nonché di gas derivati dall’azoto.

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Enorme attenzione è stata anche riservata al trasporto degli scarti da bruciare dai quartieri occidentali di Londra fino all’impianto: HZI si è occupata della costruzione di una linea ferroviaria dedicata che percorre i 170 chilometri che separano Bristol dalla capitale inglese, azzerando le emissioni (e il traffico) generati dai trasporti via terra dei rifiuti.

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