Burger button

Arte con la natura perché ci offre tutto

L’artista: «La nostra società ci spinge a comperare, mentre abbiamo già quanto ci serve, se sappiamo vederlo e utilizzarlo»

Si è laureata all’Accademia di Brera come scenografa, ma Sara Ruggeri è indubbiamente un’artista poliedrica, che nella vita non si è mai tirata indietro, lavorando nel teatro e nelle scuole, diventando mamma e poi educatrice nel particolare atelier di pittura, il Closlieu, di Arno Stern. Dal 2023 è presidente dell’associazione «Atelier delle Mura» di Bergamo, nata per diffondere la conoscenza e la pratica del Closlieu per adulti e bambini: «È uno spazio particolare, dove non si fa “arte”, perché chi dipinge non ha un pubblico a cui comunicare un messaggio e può sentirsi libero dal giudizio del mondo. Eppure è un luogo che sento molto: i materiali sono meravigliosi, naturali o vegani, si lavora nella sobrietà, per la qualità, per sé, senza l’ansia di dover produrre. Qualcosa di molto distante dal consumismo e dalle logiche del mercato. E si rispetta la natura profonda del bambino: non a caso Stern parla di una “ecologia dell’infanzia” da conoscere e tutelare».

L’impegno come «servente» nel Closlieu per lei non è certo un ostacolo all’attività artistica in proprio. Sara, che è nata e vive a Villa di Serio, ha esposto con i Pittori Villesi nella recente mostra sulle maschere in Sala Manzù a Bergamo e sta preparando con il gruppo RI. ART. una collettiva per il prossimo maggio. Coraggio e determinazione l’hanno portata ad esplorare tecniche e stili, in una ricerca che continua per raccontare, secondo la sua inclinazione, il suo tempo e la «sua» natura: i fiori, gli alberi, i rami… «Mi affascinano le forme, gli intrecci», racconta. «Ora mi sto specializzando in uno stile che richiama il giapponese Sumi-e: dipingo utilizzando una polvere d’oro per creare uno sfondo ai disegni tracciati dagli alberi spogli dell’inverno».

«Mi piace adoperare materiale povero e di riciclo perché c’è un uso spropositato di cose. La nostra società ci spinge a comperare, mentre abbiamo già tanto: la natura ci fornisce tutto, se sappiamo vederlo e utilizzarlo». Tutto è prezioso e significativo, dall’oro ai rami secchi e agli oggetti di recupero, come la ruota di una bicicletta e le sterpaglie con cui Sara ha costruito la sua opera naturale forse più indicativa: il Nido. «Si tratta di un’installazione realizzata nel 2021, per il percorso “Tra terra e cielo”, nei boschi della valle del Lujo», racconta l’artista. «Nel Nido, che ha un diametro di circa un metro e mezzo, ci sono cinque grandi uova di ceramica, dipinte in modo diverso, che ricordano le forme diverse della vita. Le uova, che in realtà sono un contenitore, rappresentano le nostre aspettative, con tutte le nostre incertezze… Eravamo appena usciti dal lockdown e il nido rappresentava la casa-rifugio che poteva trasformarsi in un dramma, come in effetti è successo per tante persone. Il nido, inoltre, voleva esprimere i diversi modi di interpretare la natura: un’area sicura ma insieme fragile, delicata, dove le uova hanno una consistenza solida, ma l’uovo per terra, rotto, ce ne dice tutta la fragilità». Dell’installazione originaria ormai non resta che il prototipo, conservato nello studio dell’artista: anche l’arte, come la vita, ha la sua caducità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA