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Latticini: la sostenibilità inizia dall’allevamento

I cinque comportamenti virtuosi: reflui trasformati in biogas, pannelli solari, spazi e ambienti adeguati, autoproduzione di alimenti e controlli regolari

La sostenibilità nella filiera lattiero-casearia inizia dal primo anello della catena: l’allevamento. Un settore strategico, ma anche oggetto di crescente attenzione per il suo impatto ambientale, economico ed etico-sociale. Ne parliamo con il dottor Luigi Bertocchi, direttore del Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale di Lombardia ed Emilia-Romagna.

Economia e ambiente

La sostenibilità degli allevamenti, secondo Bertocchi, si articola su più livelli. L’aspetto economico è il primo: un’azienda che non garantisce redditività non è sostenibile. A questo si aggiunge il rispetto delle normative, che riguardano la sanità animale e la sicurezza alimentare. Negli ultimi anni si è imposta la sostenibilità etico-sociale. «Oggi la società chiede agli allevatori non solo di produrre in modo efficiente, ma di garantire un trattamento adeguato agli animali», spiega Bertocchi. Tuttavia, il concetto di benessere animale varia tra cittadini e allevatori, generando dibattito. Infine, c’è l’impatto ambientale, una sfida sempre più centrale.

Metano, reflui, biogas

In questo ambito, tra gli aspetti principali c’è la produzione di metano derivante dalla ruminazione. Anche la gestione dei reflui, con il rilascio di sostanze azotate, ha effetti sulla qualità del suolo e delle acque. Esistono poi criticità legate alle emissioni di particolato e agli odori, soprattutto vicino ai centri abitati.

Tuttavia, esistono soluzioni virtuose: «Alcuni allevamenti adottano sistemi di fermentazione pilotata per trasformare il letame in biogas e produrre energia elettrica», spiega Bertocchi. «Un’altra strategia è l’installazione di pannelli fotovoltaici per ridurre il consumo energetico da fonti non rinnovabili».

Grandi e piccoli produttori

La qualità della vita degli animali è un elemento chiave della sostenibilità. Manuali come i Classyfarm aiutano veterinari e allevatori a garantire condizioni ottimali, dalla nutrizione alla gestione sanitaria, fino alla possibilità per gli animali di esprimere comportamenti naturali. Molte aziende hanno investito in sistemi tecnologici per mantenere condizioni ideali nei loro allevamenti. Tecnologie che, però, hanno costi di acquisto e gestione non indifferenti. Secondo Bertocchi, infatti, solo le aziende più grandi riescono a gestire meglio le problematiche ambientali e ad adottare tecnologie innovative per migliorare il proprio impatto. I piccoli allevamenti spesso faticano a sostenere i costi delle innovazioni e ad adeguarsi alle normative. Tuttavia, esistono realtà virtuose, soprattutto nelle zone montane o a forte vocazione agricola, grazie al supporto di consorzi e associazioni. «La sostenibilità non dipende dalle dimensioni dell’azienda, ma dalle risorse e dalla capacità di innovare», conclude Bertocchi. «Il futuro del settore sta nell’adottare modelli produttivi sempre più efficienti e rispettosi dell’ambiente».

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