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Nuove generazioni per costruire un futuro sostenibile

Come attrarre le nuove generazioni in azienda? La strategia del Gruppo Siad per attirare e trattenere i collaboratori punta tutto sullo sviluppo delle competenze

Possedere una strategia efficace per attrarre i giovani talenti è diventato imprescindibile per le aziende che, nella selezione del personale, devono tenere conto di come siano cambiate le esigenze delle nuove generazioni. Le preferenze, le necessità, gli interessi si stanno sempre più modificando. Un ambiente di lavoro stimolante, attento alla crescita professionale, alla formazione dei propri dipendenti, giovane e dinamico è la soluzione vincente se si aspira a trattenere i talenti in azienda.

Sara, Silvia, Luca e Manuel hanno tutti due caratteristiche in comune: sono sotto i 35 anni e fanno parte dei 2.355 dipendenti (al 2024) del Gruppo Siad. Le loro storie sono la testimonianza del capitale umano su cui l’azienda investe per rimanere al passo con la sostenibilità sociale e l’innovazione. Al fianco delle testimonianze ci sono i numeri che riassumono l’impegno del Gruppo. Nel 2023 riguardo alla selezione ci sono stati 330 nuovi inserimenti, mentre per la formazione sono state in media 15 per dipendente, 34.631 in totale, le ore per lo sviluppo di competenze, 7 in media per dipendente le ore sul tema Health, Safety and Environment (Salute, Sicurezza e Ambiente, ndr) per un totale di 15.871.

Luca Galatioto ha 29 anni, è un ingegnere chimico, si occupa della progettazione di impianti chimici. «Nello specifico seguo la progettazione di processo di come avviene il frazionamento dell’aria e la liquefazione del metano», spiega. Uno dei lati positivi di Siad, dov’è entrato sei anni fa, è, a suo giudizio, il contesto giovane e dinamico: «Sono il terzo più “vecchio” del mio ufficio (reparto tecnico di Ingegneria, ndr) – racconta – dove siamo in tutto in sette. Dal punto di vista della professione è gratificante poter spaziare su processi diversi, cui si assiste dalla nascita sulla carta al completamento nei cantieri in giro per il mondo».

Le trasferte sono una componente importante del lavoro: «Non viaggiamo di frequente – specifica Luca – ma, quando succede, stiamo via per un po’ di tempo, in funzione della complessità dell’impianto da installare, in genere da un mese a tre. La vita da cantiere è una bella sfida, che include quella di uscire dalla comfort zone, ma dà anche molta soddisfazione: incontri persone nuove, cresci molto professionalmente, cogli spunti nuovi». Il prossimo viaggio in programma? In Germania.

Tratti comuni si ritrovano nell’ingegnere energetico Manuel Rossi, 29 anni, da tre in Siad, che segue gli step riguardanti tutta la fase di coordinamento di un progetto, nel rispetto dei tempi e del budget. «Lavoro nell’ufficio Global Special Projects, che si occupa di ampliamenti produttivi e investimenti in nuovi impianti», spiega Manuel che, al momento dell’intervista, è in trasferta per seguire gli avanzamenti di un progetto. «Le trasferte sono l’occasione per vedere un progetto dalla A alla Z: dall’acquisto del terreno all’incontro con il fornitore di energia elettrica, a quello con il cliente e con le figure interne di Siad che gestiscono l’impianto e la futura gestione». Lavorare in Siad vuol dire anche investire sulla propria crescita professionale: «Sono a contatto con persone che hanno molta esperienza e competenze e da cui cerco di imparare ogni giorno».

Valorizzare la ricerca è uno dei punti cardine all’interno del Gruppo.

Ce ne parla Silvia Ottaviani, 32 anni, che è ricercatrice specializzata in ingegneria dell’automazione e robotica e alterna le sue giornate di lavoro tra il Centro Ricerca e Sviluppo Compressori di Siad e il Joiint Lab del Kilometro Rosso, il parco tecnologico di via Stezzano. «Stiamo cercando di sviluppare un programma per capire la configurazione migliore per un compressore – dice Silvia riferendosi a uno dei progetti in corso –. Ci occupiamo anche di studi per applicare l’Intelligenza Artificiale e semplificare alcuni processi». Ma l’attenzione primaria è riservata al settore della robotica: «Qui ho la possibilità di lavorare in concreto nel campo dei robot, con l’obiettivo di individuare un’applicazione pratica che porti alla risoluzione di un problema», prosegue Silvia. «È molto stimolante – aggiunge – che un’azienda che si occupa di produzioni meccaniche si apra ad altri contesti e collabori con altre aziende di rilievo sul piano internazionale contribuendo allo scambio di competenze e alla continua innovazione». Anche il laboratorio di Ricerca e Sviluppo, tra gli altri aspetti, rappresenta un luogo di contaminazione positiva e di scambio di idee tra i ricercatori.

Di ricerca si occupa anche Sara Mattiuzzi, che è biologa all’interno del Distretto dei Gas della Vita di Osio Sopra. «Ci occupiamo di depurazione delle acque e di bonifica di siti inquinati – racconta Sara, che ha 30 anni ed è entrata in Siad nel 2021 –. Sono stata assunta come tecnica di laboratorio, quindi svolgo attività analitica a supporto delle prove che si eseguono negli ambiti di depurazione, di bonifica e alimentare». Punto di forza è la versatilità del suo ruolo, che le consente ogni giorno di svolgere attività nuove: «Lavoro con un’altra biologa e un chimico. In tutto siamo in otto, guidati dalla responsabile, la dottoressa Eleonora Pasinetti. Non è un lavoro di ricerca puramente teorico, perché ci capita di poter lavorare anche sul campo, a stretto contatto con altri professionisti: in questo modo è come fare una formazione continua».

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