Burger button

La scarsa qualità dell’aria annebbia anche la mente

Lo studio pubblicato su Nature: l’inquinamento influenza negativamente la concentrazione e l’interpretazione delle emozioni. In Lombardia 9 capoluoghi su 12 oltre il nuovo limite per PM10, 11 su 12 per biossido di azoto.

L’inquinamento atmosferico continua a rappresentare una minaccia per la salute nelle città italiane: Bergamo non fa eccezione. Secondo il rapporto Mal’Aria 2025 di Legambiente, la città è tra i capoluoghi lombardi che hanno superato i limiti consentiti per le polveri sottili (PM10) e il biossido di azoto (NO2). L’intera Lombardia si conferma come una delle regioni più critiche per la qualità dell’aria, con nove capoluoghi su dodici che dovranno ridurre significativamente i livelli di PM10 per rispettare i nuovi standard europei previsti per il 2030. Per l’NO2, la situazione è ancora più grave: undici capoluoghi su dodici sono fuori dai nuovi parametri, stando al report dell’associazione ambientalista.

Bergamo e la Lombardia non sono le uniche in difficoltà: nel 2024, 25 città italiane hanno superato il limite di 35 giorni all’anno con una media giornaliera di PM10 superiore ai 50 microgrammi/m³. Se le normative europee in materia di qualità dell’aria entrassero in vigore oggi, 70 città italiane risulterebbero fuori legge, tra cui nove capoluoghi lombardi: Cremona, Milano, Lodi, Pavia, Brescia, Mantova, Monza, Bergamo, Como.

Lo studio di Nature

Oltre agli effetti sulla salute respiratoria, un recente studio pubblicato su Nature Communications ha evidenziato un nuovo aspetto preoccupante: l’inquinamento atmosferico da particolato fine può avere un impatto diretto sulle capacità cognitive, riducendo l’attenzione e la produttività anche dopo poche ore di esposizione. La ricerca, condotta dalle università di Birmingham e Manchester, ha dimostrato che l’inquinamento può influenzare negativamente la capacità di concentrazione e di interpretazione delle emozioni, in un effetto simile alla cosiddetta «nebbia cognitiva» descritta nei pazienti con Long Covid. «Anche una breve esposizione all’inquinamento può alterare significativamente le funzioni cerebrali fondamentali per la vita quotidiana», riporta Thomas Faherty, coautore dello studio. L’attenzione selettiva, in questo quadro, è particolarmente vulnerabile: un suo deterioramento mina il processo decisionale e la capacità di portare a termine attività comuni, come fare la spesa o seguire una conversazione complessa.

L’inquinamento atmosferico è già stato collegato in passato a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson. Questo studio suggerisce che gli effetti possano essere più immediati e diffusi di quanto si pensasse. Insomma, lo smog ha pesanti ripercussioni sul benessere e la salute di chi vi è esposto: secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, ogni anno in Europa circa 300mila persone muoiono prematuramente a causa dell’aria inquinata e in Italia l’83% degli abitanti delle aree urbane è quotidianamente esposto a livelli di inquinanti superiori a quelli indicati dall’Oms nelle linee guida del 2021.

Leggi anche

Di fronte a questo quadro allarmante, nel report Mal’Aria Legambiente sottolinea la necessità di interventi strutturali: potenziamento del trasporto pubblico, investimenti nella mobilità sostenibile, incentivazione delle energie rinnovabili e riduzione delle emissioni del settore agricolo e zootecnico. «Con soli cinque anni davanti a noi per adeguarci ai nuovi limiti europei al 2030, dobbiamo accelerare il passo», dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. «È una corsa contro il tempo, che deve partire dalle città ma richiede il coinvolgimento di regioni e governo».

Troppe auto a bergamo 63 ogni 100 abitanti

Uno degli aspetti chiave dell’inquinamento atmosferico nelle città lombarde è il traffico veicolare. Milano, per esempio, registra un tasso di motorizzazione in crescita, con 52 auto ogni 100 abitanti. A Bergamo, la situazione è addirittura peggiore: sebbene il trasporto pubblico offra nuove soluzioni, il numero di veicoli in circolazione resta elevato, pari a 63 auto ogni 100 abitanti (di poco inferiore alla media nazionale di 67,7, come riportato nel report Ecosistema urbano 2024 di Legambiente).

Le misure per contrastare questo fenomeno esistono e includono la creazione di zone a traffico limitato, il potenziamento delle piste ciclabili e il miglioramento dell’efficienza del trasporto pubblico. Tuttavia, secondo Legambiente, senza una riduzione concreta del numero di veicoli in circolazione e un incremento dell’uso di mezzi a basse emissioni, sarà difficile raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione europea per il 2030.

Leggi anche

«La qualità dell’aria continua ad essere un territorio inesplorato da parte della politica regionale», sostiene Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, «mentre per ciò che riguarda la mobilita la notevole offerta di trasporto collettivo non riesce a scardinare il modello automobile-centrico, ormai sopravvivente oltre ogni ragionevolezza. È necessario un cambiamento sia culturale sia amministrativo, se si vuole innovare l’economia e la società al passo con la necessaria transizione ecologica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA