Conoscere il nostro suolo
è cultura dell’ambiente

Il 2014 è stato l’anno internazionale dell’Agricoltura familiare, il 2013 quello della Cooperazione idrica, il 2012 l’anno dell’energia sostenibile: il 2015 che stiamo salutando è stato dedicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite al suolo. Ma alzi la mano chi lo sapeva... Eppure il suolo è messo a serio rischio dall’industrializzazione e dall’invadenza dell’uomo.

Il 2014 è stato l’Anno internazionale dell’Agricoltura familiare, il 2013 quello della Cooperazione idrica, il 2012 l’anno dell’energia sostenibile: il 2015 che stiamo salutando è stato dedicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite al suolo. Ma alzi la mano chi lo sapeva...

Con la sua iniziativa, al motto «suolo sano per una vita sana», l’Onu intendeva accendere i riflettori sul suolo «bene dell’umanità», «nostro silenzioso alleato». Ma la terra su cui camminiamo non fa notizia e l’anno è passato nella quasi totale indifferenza. Eppure il suolo, il sottile strato che avvolge e protegge il nostro pianeta è, insieme ad acqua, atmosfera, flora e fauna, una delle risorse fondamentali per la vita sul nostro pianeta (non c’è suolo sulla Luna!) messo a serio rischio dall’industrializzazione e dall’invadenza dell’uomo.

Tempi troppo lunghi

Inquinamento, cementificazione, cambiamenti climatici, sfruttamento intensivo... Con una grande differenza che ci dovrebbe far riflettere: se è comunque possibile e in tempi relativamente brevi procedere al disinquinamento di aria e di acqua, se per far crescere una foresta ci vogliono qualche decina di anni, per ricreare un centimetro di suolo in tutta la sua integrità occorrono almeno mille anni. Un tempo troppo lungo che ci obbliga a un approccio diverso verso il nostro umile amico, da sempre ricettacolo di ogni immondizia, dato per scontato e sempre disponibile. Non possiamo permetterci di distruggere la risorsa a cui dobbiamo il 95% del nostro cibo, che consente l’esistenza di buona parte dei dodici milioni di specie viventi sulla Terra. Uomo compreso.

Per oltre il 15% dei pedologi italiani, le celebrazioni Onu non cambieranno nulla, ma c’è un buon 59% di studiosi del suolo che si augura che l’iniziativa abbia portato nuovo interesse e nuova consapevolezza dell’importanza del suolo come risorsa vitale. In effetti del suolo sappiamo poco e ci importa ancora meno. Ma intanto a livello politico, grazie al parternariato dell’Onu, è ripartito il processo per una direttiva europea sulla protezione del suolo inteso come organismo vivo, da salvaguardare coniugando il controllo con la promozione della biodiversità, e nel Parlamento italiano ha ripreso a far camminare una sofferta legge per il contenimento del consumo del suolo, a cui la Conferenza mondiale per il clima di Parigi ha dedicato una attenzione inedita.

Ma che cos’è il suolo

È il segno di una nuova cultura ambientale che affronta il tema del suolo in maniera più ampia e organica a cui noi di «eco.bergamo» vogliamo contribuire iniziando in questo numero un viaggio alla scoperta del più calpestato tra gli ambienti naturali. Impareremo a conoscere il suolo, a capirlo e rispettarlo.

Il nostro sarà un viaggio nell’invisibile, nel vicino sconosciuto a cui dobbiamo ogni giorno la vita, passando attraverso i suoli della nostra provincia, per verificarne la condizione e la cura, l’uso e l’abuso.

Ma cos’è il suolo? La nostra Terra è ricoperta per i 7/10 dalle acque: il resto è avvolto da un sottile strato di materia porosa dallo spessore variabile creatasi nel corso dei secoli dalla trasformazione chimica e fisica della roccia e dei residui organici operato da tempo, clima e organismi. È lo strato più superficiale della crosta terrestre, formata da particelle minerali, materia organica, aria, acqua, organismi viventi, punto di scambio tra l’atmosfera, litosfera - il guscio rigido della terra- e biosfera. Elemento fondamentale dell’ambiente, svolge insostituibili funzioni per la vita sulla Terra.

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