Eco.Bergamo / Valle Brembana
Sabato 02 Luglio 2016
Ciclabili? Belle. Ma per la mobilità dolce
siamo ancora all’età della pietra
In Bergamasca abbiamo belle piste ciclabili ma rispetto al resto d’Europa per la vera mobilità dolce siamo praticamente all’età della pietra. È quanto emerge dal raffronto che questo mese ci propone la nostra rivista green «eco.bergamo».
La rivista torna in edicola domenica, allegata al quotidiano, gratis per i lettori de L’Eco di Bergamo.
È un paragone impietoso quello che emerge dando anche solo uno sguardo online a opencyclemap (opencyclemap.org) il portale che raccoglie le segnalazioni e i tracciati per le due ruote attraverso il contributo di tutti gli appassionati di bicicletta del mondo.
La terra bergamasca, per non parlare del resto d’Italia, quanto a percorsi sembra un deserto. Questo nonostante la realizzazione di alcune ciclabili di sicuro livello: da quella dell’Adda alle piste della Val Seriana e della Valle Brembana (alla quale sulla rivista sono dedicate due pagine).
Ed è da depressione il paragone che opencyclemap permette di fare non tanto con i Paesi del Nord Europa (Olanda e Germania in testa), quanto quello con l’Europa dell’Est (Polonia, Repubblica Ceca, perfino Slovacchia).
«Sono dati sconfortanti – dice la presidente di Aribi, Claudia Ratti -: quello che da noi manca è la mentalità». Fortunatamente gli esperti dicono che il vento sta cambiando. «In Italia abbiamo iniziato tardi a pensare alle dueruote come mezzo di trasporto – dice Andrea Debernardi, esperto di mobilità e pianificazione dei trasporti dello Studio Meta di Monza -: però sono fiducioso; ci vorrà del tempo ma potremo recuperare il tempo perduto. Dal 2014 c’è un piano regionale, manca quello nazionale, come esiste in Olanda, Danimarca o anche in Francia».
Gli altri argomentidi «eco.bergamo»
La fame di bellezza che si sta diffondendo fra la gente è l’altro tema forte di questo numero di «eco.bergamo»: parliamo delle folle calamitate da eventi come la passerella di Christo sul lago d’Iseo, da appuntamenti a sfondo naturalistico oppure delle tantissime persone che troviamo sui sentieri di montagna e sulle ciclovie. Un segno che molti hanno capito che anche il degrado è una delle cause della crisi, e che proprio il bello ci potrà aiutare nella ripresa.
Spazio ai temi del suolo violato dall’uomo: un suolo che si vendica, come è accaduto questa settimana quando è bastato un forte temporale a portare devastazioni nella nostra città.
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