La prima educazione stradale del bambino consiste nel prenderlo per mano e accompagnarlo in modo corretto. La prima educazione su veicolo consiste nell’uso dei seggiolini previsti dalla Legge. L’art. 172 del Codice della Strada prescrive dispositivi omologati dall’ultima direttiva europea, attuata in Italia dalla Legge n. 117 del 2018.
L’educazione stradale comincia dal seggiolino
In caso di forte decelerazione, la forza d’inerzia può proiettare i corpi in avanti e con rotazione verso l’alto: il 70% dei bambini che riporta lesioni si sarebbe potuto tutelare se protetto in modo adeguato. Usare solo dispositivi omologati dall’ultima direttiva europea. In caso di urto, restano ben saldi al veicolo. Fissare bene le alzatine
In rete le istruzioni tecniche abbondano: resta il problema tipicamente italiano dei pochi figli, così che oggi ci sono certamente più auto che bambini, mentre si trovano ancora troppi dispositivi obsoleti e inadatti. Il 70% dei bambini che riporta lesioni in auto si sarebbe potuto tutelare se protetto in modo adeguato. Chi compera un seggiolino nuovo non può sbagliare, perché i vecchi dispositivi non omologati non sono più in commercio. I problemi sorgono per chi dispone ancora di seggiolini vecchi, ammessi da normative ormai superate: può accadere che, per risparmiare, si usino ancora per i nuovi nati quelli adoperati per i fratelli maggiori. Le ragioni di questo rischio, ancora troppo poco noto, stanno semplicemente nelle leggi della fisica: la forza d’inerzia, in caso di improvvisa e forte decelerazione per urto o frenata intensa, può proiettare in avanti e con rotazione verso l’alto i corpi seduti nell’abitacolo, privi di seggiolino fissato o cinturati in modo non adeguato.
Bambini e sicurezza stradale
Sulla base dei risultati di prove accurate di crash, si è giunti a realizzare e poi prescrivere seggiolini che, in caso di variazione della forza di accelerazione in urto frontale, da tergo e laterale, rimangano ben saldi al veicolo: le case automobilistiche muniscono i veicoli di punti di aggancio universali (Isofix).
Le ultime norme prescrivono che, sotto i 15 mesi d’età, è obbligatorio installare il seggiolino in senso contrario alla direzione di marcia. Dopo quel momento, la classe di appartenenza del seggiolino è condizionata non più dal peso del bambino ma dalla sua altezza, con una prima classe di prodotti per i piccoli al di sotto dei 105 cm, la seconda per l’altezza compresa tra 1 metro e 1 metro e mezzo. In pratica, fino a 4 anni d’età quasi tutti i genitori utilizzano seggiolini dell’ultima generazione.
La fascia d’età e d’altezza più a rischio è quella successiva, quando si utilizzano alzatine appoggiate al sedile per consentire al bambino di poter utilizzare le normali cinture di sicurezza. Esistono cuscini o alzatine con braccioli, fissabili e non: questi ultimi possono causare, comunque, un rovesciamento in avanti e verso l’alto del bambino, sfuggendo alla cintura e/o separandosi dal cuscino, con esito potenzialmente pericoloso. È importante acquisire rialzi rigidi fissabili: gli esperti raccomandano di collocarli, se possibile, al centro del sedile posteriore.
I dispositivi anti-abbandono
Nell’ultimo aggiornamento normativo, sono diventati obbligatori anche i dispositivi anti-abbandono, costituiti da dispositivi digitali abbinabili ai seggiolini. È una forma insidiosa di abbandono anche quella di non parlare con i bambini o, comunque, di non tenerli d’occhio, verificando che comprendano bene, quando sono in grado di capirla, la funzione delle misure di sicurezza. L’educazione stradale del trasportato non solo è prevista dalla Legge (in caso di lesione, il conducente è perseguibile anche penalmente), ma costituisce la base di una sensibilità che al bambino resterà poi per tutta la vita. Genitori e nonni sperimentano che, inizialmente, i piccoli si lamentano delle limitazioni imposte da queste strutture strette e avvolgenti: con il tempo, però, vi si affezionano addirittura e non accettano di sedersi altrove, richiamando anche gli adulti all’uso delle loro cinture. Anche a bordo del veicolo, l’educazione stradale indiretta funziona sempre: è caratterizzata dall’esempio, pieno di attenzione e amore per la vita propria e altrui, del conducente o degli accompagnatori dei piccoli neo-utenti della strada.
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