Bergamo si è posizionata al 361° posto su 375 città europee monitorate per la qualità dell’aria dall’Agenzia europea dell’ambiente. I dati sono stati raccolti da oltre 500 stazioni di monitoraggio in località urbane negli ultimi due anni solari, 2022 e 2023. Il quadro restituito non è dei più incoraggianti: in Italia, su 61 città in classifica, 27 hanno ottenuto una valutazione «scarsa», tra cui Bergamo.
Terapie per l’aria
L’inquinamento atmosferico è migliorato rispetto a 20 anni fa, ma l’aumento della popolazione anziana e malata rende molti più vulnerabili agli effetti dello smog. L’aderenza alle terapie per le patologie croniche è bassa: a quelle inalatorie per le malattie respiratorie scende al 20%. Non è una scelta solo individuale, serve più sensibilizzazione.
Il problema dell’inquinamento atmosferico riguarda molto da vicino la salute dei cittadini. I dati dell’Istat indicano, per esempio, che nel 2021 la Bergamasca ha registrato 556 decessi per tumore al polmone.
C’è correlazione tra i due dati? Ce ne parla Fabiano Di Marco, direttore della Pneumologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII e professore in Malattie dell’apparato respiratorio dell’Università degli Studi di Milano. «L’inquinamento atmosferico è sicuramente da associare alle patologie respiratorie croniche e a quelle cardiovascolari; ci sono dati anche sull’aumentato rischio di neoplasia, non solo polmonare. A livello mondiale si stima che sia paragonabile al fumo di sigaretta per i rischi per la salute. Il problema non è solo l’aumentato rischio di sviluppare patologie a lungo termine, ma anche, per chi ha patologie preesistenti, soprattutto respiratorie, di avere peggioramenti. Se si osservano in parallelo i livelli dei principali inquinanti, come i PM10, e gli ingressi in pronto soccorso, la correlazione è evidente: nei giorni di picco c’è un aumento degli ingressi».
Quali sono, nel dettaglio, i problemi principali per la salute legati all’inquinamento atmosferico?
«Dal punto di vista respiratorio la più importante è la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Dal punto di vista cardiovascolare, le problematiche sono molte: si va dallo scompenso cardiaco all’ipertensione. Tra le neoplasie il più diffuso è il tumore al polmone; non sono da sottovalutare neanche altri tumori, come quello alla vescica, a testa e collo e quelli gastrointestinali».
Quanto è davvero nociva per la salute la situazione dell’inquinamento a Bergamo?
«Se si osservano i livelli di inquinamento registrati dalle centraline Arpa, possiamo affermare che a Bergamo, in confronto a vent’anni fa, c’è stato un netto miglioramento della qualità dell’aria. Tuttavia, non dobbiamo dimenticarci che, allo stesso tempo, la popolazione è sempre più vecchia e sempre più malata, quindi sempre più fragile e soggetta ai problemi di salute causati dall’inquinamento. Le due tendenze si contrappongono».
Cosa possiamo fare per proteggerci?
«Tutti dobbiamo fare di più. Dobbiamo cambiare come gestiamo la casa, come ci muoviamo e che cosa mangiamo. Inoltre, chi ha patologie croniche legate all’apparato respiratorio deve aderire il più possibile alle terapie farmacologiche prescritte: è l’unica cosa che protegge, anche dagli effetti dell’inquinamento atmosferico. Oggi l’aderenza alle terapie per patologie croniche è in generale molto bassa, intorno al 50%, per le patologie respiratorie, specialmente per le terapie inalatorie, scende fino al 20%. Non è un problema di scelte individuali, ma culturale generale, su cui andrebbe fatta molta più sensibilizzazione».
Polveri fini e ozono: livelli critici
Sebbene il limite annuale del PM10 (pari a 40 microgrammi al metro cubo) nel 2023 sia stato rispettato in tutti i capoluoghi lombardi e da anni si registri un rispetto genera lizzato di tale parametro, in provincia di Bergamo il PM10 rientra, insieme all’ozono, tra gli inquinanti normati risultati critici per quanto attiene agli episodi acuti. Le motivazioni sono spiegate nel «Rapporto sulla qualità dell’aria. Provincia di Bergamo. Anno 2023» di Arpa Lombardia: «La postazione di Casirate non ha rispettato, nel 2023, il limite previsto sul numero di giorni di superamento per il PM10: la concentrazione media giornaliera di 50 microgrammi al metro cubo è stata superata per un numero di volte maggiore di quanto concesso dalla normativa (35 giorni). Riguardo all’ozono, sono da segnalarsi superamenti della soglia di informazione e di allarme a Bergamo Meucci e a Osio Sotto».
Da dove provengono le emissioni di questi inquinanti? In Lombardia le polveri, sia ultrafini e fini che grossolane, sono emesse principalmente dalla combustione non industriale, come per il riscaldamento per gli edifici. Il trasporto su strada costituisce la seconda sorgente. Per l’ozono, per capirne la provenienza bisogna considerare che si tratta di un inquinante secondario che si forma in atmosfera a partire dalla presenza degli ossidi di azoto e dei composti organici volatili. Rintracciando i suoi precursori, il trasporto su strada è al terzo posto, preceduto dall’uso di solventi e dalle emissioni dalle foreste, dove il picco di composti organici volatili coincide con l’apice della stagione vegetativa. Un ulteriore apporto (9%) è dovuto alla combustione nell’industria.
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