Il Piano Transizione 5.0 garantisce importanti benefici, tramite l’erogazione di fatto di contributi a fondo perduto a piccole e grandi aziende su tutto il territorio nazionale, per la realizzazione di investimenti in linea con gli obiettivi del Green deal europeo. A disposizione vi è un tesoretto da ben 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024/2025, al fine di finanziare progetti di innovazione che consentano una riduzione dei consumi energetici. Tra le novità, vi è l’introduzione di un’ampia serie di deroghe alle esclusioni inizialmente previste per le imprese energivore, che allargherà la platea delle imprese potenzialmente beneficiarie. Altra novità importante riguarda l’introduzione di un nuovo limite, che riguarda la possibilità di attivare una sola pratica alla volta per ciascuna impresa.
Transizione 5.0: gli incentivi
Un tesoretto di 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025, con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici per investimenti in linea con il Green Deal europeo
L’obiettivo è quello di finanziare progetti di innovazione che consentano una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva pari almeno al 3 per cento, o pari almeno al 5 per cento se calcolata sul processo interessato dall’investimento.
![None Lo schema](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2025/2/7/photos/cache/transizione-50-gli-incentivi_29d7ccf0-e399-11ef-a82a-33e52af2eaa9_1920_1395_v3_large_libera.webp)
Nel concreto il Piano va ad agevolare l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature tecnologicamente avanzati con requisiti Industria 4.0, nonché l’acquisto di software e soluzioni 4.0, compresi quelli per il monitoraggio e la visualizzazione dei consumi energetici e i software gestionali. Tali beni devono consentire il risparmio energetico minimo previsto. Rientrano, inoltre, tra le spese agevolabili gli investimenti in beni strumentali necessari all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, a eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta. Per gli impianti fotovoltaici è prevista una limitazione, che riguarda i soli impianti prodotti in Europa e ad alta efficienza.
Gli incentivi
L’incentivo è riconosciuto sotto forma di credito d’imposta con differenti aliquote, calcolate sulla base della dimensione dell’investimento e del risparmio energetico conseguito: l’aiuto va dal 35% al 45% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, dal 15% al 25% per lo scaglione tra 2,5 e 10 milioni di euro e dal 5% al 15% per investimenti tra 10 e 50 milioni di euro. La riduzione dei consumi, riproporzionata su base annuale, è calcolata con riferimento ai consumi energetici registrati nell’esercizio precedente a quello di avvio di effettuazione degli investimenti, al netto delle variazioni dei volumi produttivi e delle condizioni esterne che influiscono sul consumo energetico. Per le imprese di nuova costituzione, il risparmio energetico conseguito è calcolato rispetto ai consumi energetici medi annui riferibili a uno scenario controfattuale.
![None Transizione 5.0](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2025/2/7/photos/cache/transizione-50-gli-incentivi_40112282-e399-11ef-a82a-33e52af2eaa9_1920_1290_v3_large_libera.webp)
Il Piano, inoltre, torna ad agevolare le spese sostenute dalle imprese per la formazione del personale sui temi della transizione digitale ed energetica. Il credito d’imposta non potrà superare il 10% degli investimenti effettuati in beni strumentali, fino ad un massimo di 300 mila euro. Secondo le anticipazioni diffuse, le spese ammissibili all’agevolazione comprenderanno: le spese relative ai formatori (esterni); i costi di esercizio relativi ai formatori e al personale dipendente, nonché per i titolari di impresa e soci lavoratori, partecipanti alla formazione (viaggi, materiali e forniture); i costi dei servizi di consulenza connessi al progetto di formazione; le spese di personale dipendente, nonché dei titolari di impresa e soci lavoratori, partecipanti alla formazione e le spese generali indirette per le ore durante le quali i partecipanti hanno seguito la formazione. I percorsi formativi dovranno prevedere determinati moduli obbligatori: almeno uno della durata minima di 4 ore, comprendete tematiche relative alla transizione energetica e un altro modulo, sempre della durata non inferiore alle 4 ore, con tematiche legate alla transizione digitale.
I prossimi passi
Le imprese avranno tempo solo fino al 31 dicembre 2025 per sfruttare l’incentivo. Il meccanismo di accesso è inoltre più articolato del passato, e introduce un sistema di comunicazione preventiva e di monitoraggio dell’incentivo in capo al Gse, nonché una doppia certificazione sui consumi energetici, da parte di un valutatore indipendente, a cui si aggiunge infine la certificazione dei costi. Tutto ciò si somma alla documentazione richiesta ai fini dell’interconnessione e alla perizia 4.0 relativa ai beni agevolabili. Le modalità di fruizione prevedono la compensazione del credito spettante presentando il modello F24 in un’unica rata, l’eccedenza non compensata entro il 31 dicembre 2025 sarà compensabile in 5 rate annuali di pari importo.
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