Dalla relazione annuale sulla situazione energetica in Italia redatta dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica sono emerse due buone notizie in merito all’anno scorso. Sul territorio nazionale è aumentata del 4,2% la produzione di energia nazionale, soprattutto grazie al crescente contributo delle fonti rinnovabili. La seconda notizia positiva è la riduzione della dipendenza dalle importazioni di gas. L’incremento dell’efficienza energetica e l’uso di energie pulite rappresentano segnali positivi per il futuro energetico del Paese. Tuttavia, in parallelo alla crescita della produzione energetica nazionale si è registrato un calo del consumo energetico, soprattutto elettrico.
L’italia cambia energia: meno gas, più rinnovabili
Le fonti pulite non si fermano e continuano a crescere nel nostro Paese: eolico e fotovoltaico coprono il 20,6%. La produzione energetica nazionale ha registrato un aumento del 4,2%, contribuendo a ridurre la dipendenza dal gas importato. Migliorano l’efficienza energetica e l’uso delle rinnovabili, ma calano i consumi, soprattutto elettrici.
Nonostante i segnali positivi ci sono alcuni aspetti da tenere monitorati: la produzione energetica nazionale è aumentata e nel 2023 è stata di 1.461 tonnellate equivalenti di petrolio. Al tempo stesso, però, è emerso che, nella produzione complessiva, quella petrolifera è cresciuta del 20%, mentre quella delle energie rinnovabili e dei bioliquidi ha avuto una crescita più modesta (+3,2%). Per quanto riguarda le importazioni, il dato complessivo registra un calo che sfiora il 77% (-4,6 punti percentuali rispetto al 2022). In modo particolare l’Italia ha ridotto le importazioni di gas, di circa il 15%, provenienti dai gasdotti di Paesi come l’Algeria, l’Azerbaigian e la Russia, con quest’ultima che ha visto una riduzione drastica delle forniture (-80% rispetto al 2022). D’altro canto sono aumentate le importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) del 17%.
La produzione di elettricità
Il 2023 ha registrato una riduzione della produzione lorda di energia elettrica. Il termoelettrico, sebbene rimanga la principale fonte di energia (55,8%), ha registrato un calo. Le fonti rinnovabili, in particolare l’energia idroelettrica, eolica e fotovoltaica, invece, hanno continuato a crescere, con eolico e fotovoltaico che hanno coperto il 20,6% della produzione totale. L’energia idroelettrica ha contribuito per il 15,4%, mentre geotermia e bioenergie sono risultate in calo. «In continuità con gli anni precedenti, nel 2023 le fonti rinnovabili di energia hanno trovato ampia diffusione, in Italia – è quanto si legge nella relazione – in tutti i settori di utilizzo: elettrico (con le fonti solare ed eolica in progressiva crescita), termico (trainato principalmente dalla diffusione delle pompe di calore) e trasporti (biocarburanti e biometano); la quota dei consumi energetici complessivi coperta da rinnovabili è stimata al 19,8%, in aumento di circa 0,7 punti percentuali rispetto al 2022».
Quali sono i consumi e i prezzi?
Per quanto riguarda il capitolo consumi energetici e prezzi la relazione del Mase riporta una riduzione della domanda di gas, che è scesa a 61,7 miliardi di metri cubi, con un calo di 7 miliardi rispetto all’anno precedente. Tale riduzione è stata attribuita a vari fattori, tra cui condizioni climatiche miti e politiche di contenimento dei consumi. Si è registrata anche una diminuzione dei prezzi sia per le famiglie che per le imprese, rispetto ai livelli elevati del 2022. Le imprese hanno beneficiato di una riduzione dei prezzi dell’energia elettrica (0,273 euro/kWh) e del gas (22,3 euro/GJ), mentre le famiglie italiane hanno pagato in media 0,356 euro/kWh per l’elettricità e 32,3 euro/GJ per il gas. Nonostante questo, però, i prezzi italiani restano superiori alla media europea (+123%)
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