Yara, tracce di un sacco di yuta
nel risvolto interno dei pantaloni

Piccoli filamenti di juta, compatibili con i sacchi usati nell'edilizia. Sono il reperto che potrebbe spostare di nuovo l'attenzione sul cantiere ex Sobea di Mapello, là dove aveva inizialmente condotto il fiuto dei cani molecolari. Non è escluso che il pm conceda una proroga agli anatomopatologi.

Piccoli filamenti di juta, compatibili con i sacchi usati nell'edilizia. Sono il reperto che potrebbe spostare di nuovo l'attenzione sul cantiere ex Sobea di Mapello, là dove aveva inizialmente condotto il fiuto dei cani molecolari.

Le fibre erano infilate nel retro dei leggings che Yara Gambirasio indossava, nell'interstizio che si crea tra la parte superiore del pantalone e la zona lombare. Secondo gli inquirenti, lì ci sarebbero finite negli istanti in cui la tredicenne di Brembate Sopra veniva trascinata o aggredita mentre era schiena a terra. Dove? In un cantiere edile, magari proprio quello di Mapello, ipotizza chi indaga. Anche se non vengono trascurate ipotesi alternative.

I filamenti sono stati intercettati dai microscopi del laboratorio di analisi nel marzo scorso. Le fibre di juta avevano dato impulso anche a nuove ricerche nel cantiere ex Sobea di Mapello, dove in effetti erano stati ritrovati sacchi dello stesso materiale. Un materiale, per la verità, molto comune per i contenitori utilizzati nell'edilizia.

Escluso, invece, che tracce dello stesso materiale si trovassero nel magazzino attrezzi del cantiere, all'epoca posto sotto sequestro. È comunque il futuro centro commerciale di Mapello il luogo che ha regalato più tracce - seppur flebili - a questo rompicapo.

Ma non è escluso che sia ancora il corpo di Yara a fornire nuovi elementi a questa inchiesta. L'antropologo forense Cristina Cattaneo, che lo sta analizzando, ha chiesto una proroga agli accertamenti e sembra che l pm Letizia Ruggeri non gliela negherà.

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