Volkswagen, ritrovare l’orgoglio perduto
Piano di risparmi, niente tagli sul lavoro

Il percorso di recupero sarà «doloroso», ma i posti di lavoro non sono a rischio. Con questi due annunci il nuovo ceo Matthias Müller ha provato a ritrovare l’orgoglio perduto e a trasmetterlo ai 20.000 lavoratori della Volkswagen, riuniti in assemblea straordinaria.

Uno scatto di reni di fronte a una platea numerosa, intimorita ma pure pronta a scrollarsi di dosso, assieme alla paura, il fango piovutogli addosso in queste terribili due settimane. Mentre si aspettano cifre più attendibili sui danni miliardari che il colosso dovrà sostenere e si va chiaramente incontro a un durissimo piano di risparmi.

«Süddeutsche Zeitung» evoca il rischio, in extremis, della vendita di diversi marchi. E aggiunge che la crisi potrebbe essere «esistenziale», per il presidente in pectore del Consiglio di sorveglianza, Hans Dieter Poetsch.

Loro, i dipendenti, sono arrivati in fabbrica con le magliette bianche, il logo aziendale stampato sopra e una scritta fiera: «Una squadra, una famiglia». E per questa famiglia, il nuovo capo ha cercato parole rassicuranti, anche se non tutte accomodanti. Una road map per rimediare tecnicamente alla truffa delle emissioni diesel perpetrata. Un programma di tagli e risparmi per affrontare il bagno di sangue che verrà, fra costi per rimettere a posto le auto truccate e le salate sanzioni.

Le novità non arrivano però tutte dall’assemblea di Wolfsburg, ma anche dalla prima intervista concessa da Müller alla stampa tedesca dopo la sua nomina e che la «Frankfurter Allgemeine Zeitung» pubblicherà oggi. Il nuovo ceo di Volskwagen annuncia che, già in questa settimana, gli ingegneri di Wolfsburg sottoporranno all’Ufficio automobilistico federale tedesco (Bka) alcune soluzioni tecniche. Se verranno approvate, la road map dell’azienda prevede di iniziare già a gennaio 2016 la costosa operazione di richiamo e sostituzione del software incriminato. Per la maggior parte dei motori sarà sufficiente un aggiornamento del software. In altri casi, bisognerà intervenire direttamente sui motori. In quelli più gravi, si provvederà alla sostituzione. Se tutto fila liscio, fine dei lavori a dicembre 2016.

Il quotidiano di Francoforte corregge anche il balletto dei numeri delle auto truccate: non gli 11 milioni temuti ma 9 milioni e mezzo. «Forse ancora meno», aggiunge Müller, «ma sono sempre troppe vetture».

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