Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 05 Maggio 2014
Videosorveglianza in Val Seriana
Entro settembre prime telecamere
Entro settembre potrebbero essere attivate le prime telecamere del sistema di videosorveglianza voluto dalla Comunità montana della Valle Seriana per cingere il territorio. La notizia è stata comunicata ai sindaci della valle.
Entro settembre potrebbero essere attivate le prime telecamere del sistema di videosorveglianza voluto dalla Comunità montana della Valle Seriana per cingere il territorio. La notizia è stata comunicata ai sindaci della valle in un incontro organizzato nella sede dell’ente sovracomunale al quale hanno preso parte anche i comandanti di alcuni corpi di polizia locale. Il progetto deve tuttavia ricevere ancora l’ok da parte delle forze dell’ordine e il benestare dagli uffici della Prefettura, ma è plausibile che entro l’estate possa essere indetta la gara d’appalto.
Inizia tuttavia a profilarsi un quesito: come sarà gestito il sistema? Per non vanificare una spesa di quasi mezzo milione di euro, l’innovativo sistema resta comunque una macchina che ha sempre bisogno di interfacciarsi con l’uomo, meglio se in divisa per superare problemi che potrebbero crearsi per il rispetto della privacy.
«Abbiamo scelto un software - spiega il progettista, l’ingegnere Livio Fratus - capace di adattarsi alle esigenze degli amministratori. Potrebbe ad esempio essere in grado di inviare una comunicazione direttamente su un cellulare o tablet di un comandante di un corpo di polizia locale ogni qualvolta un varco registra il passaggio di un veicolo sospetto, oppure potrebbe prevedere la consultazione diretta dei monitor».
Il nuovo sistema risulta proprio per questo rivoluzionario e maggiormente efficace. Se infatti in genere le informazioni registrate dai sistemi di videosorveglianza venivano consultate dopo un reato, ora l’apparato vuole riuscire a prevenire i fatti, ma per riuscirci la segnalazione deve essere molto rapida. «Sono in corso le valutazioni del caso – spiega il presidente dell’ente Eli Pedretti –. Potrebbero esserci due centrali, una magari affidata a un corpo di polizia locale della bassa valle, l’altra gestita da colleghi che operano a monte».
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