Cronaca
Sabato 17 Giugno 2017
Via alle domande per avere l’Ape sociale
In mezza giornata già 300 richieste
Dopo la pubblicazione venerdì sera in Gazzetta ufficiale dei Dpcm sui Regolamenti di attuazione in materia di Ape sociale e di riduzione del requisito contributivo di accesso al pensionamento anticipato per i lavoratori precoci e la pubblicazione delle circolari Inps (99 e 100), alle 13 di sabato risultano presentate già oltre 300 domande.
In particolare: 179 domande di Ape sociale e 137 domande di accesso al pensionamento anticipato per precoci. Lo rende noto l’Inps. Chi riceverà l’Ape sociale potrà avere anche il bonus di 80 euro previsto per i redditi da lavoro bassi con la conseguenza che l’indennità annua netta percepita nei tre anni precedenti la pensione (erogata per 12 mesi l’anno invece dei 13 previsti per la pensione) potrà essere uguale o anche maggiore del reddito da pensione. Lo spiega Stefano Patriarca, uno dei tecnici che ha lavorato al dossier Ape ricordando che per i pensionati non è previsto il bonus di 80 euro. Patriarca ribadisce che l’Ape sociale non è una forma di pensione anticipata, ma un nuovo ammortizzatore sociale per i lavoratori anziani in difficoltà, uno strumento che finora non esisteva. «L’Ape sociale - spiega - è una rilevante innovazione nel nostro welfare: si colma l’assenza di un ammortizzatore sociale per le persone in età avanzata che per condizioni personali, familiari, di salute, o perché sono disoccupati o perché fanno lavori gravosi hanno difficoltà a rimanere nel mercato del lavoro fino all’età per la pensione di vecchiaia. Per costoro non è previsto il prepensionamento ma un sostegno economico equivalente alla pensione, o, se sono lavoratori precoci di ottenere la pensione con 41 anni di contributi senza limite di età. La pensione futura non sarà sottoposta a nessuna riduzione».
Ciò è stato possibile perché non si è scelta la strada iniqua e insostenibile della riduzione generalizzata dell’età di pensionamento con le pensioni anticipate o delle salvaguardie, ma si è data priorità alle situazioni di reali difficoltà, viene sottolineato. Patriarca mette quindi in evidenza come in alcuni particolari casi si realizzerà un sostegno di reddito ad un’età più bassa rispetto a quanto vigente prima della Riforma Fornero (un disoccupato senza ammortizzatori con 30 anni di contributi non avrebbe preso la pensione prima dei 65 anni mentre oggi da 63 anni può avere il nuovo ammortizzatore). Con il bonus di 80 euro, ha spiegato ancora, una persona con una pensione attesa a 66 anni e sette mesi di 1.500 euro mensili lordi (1.210 euro netti per 13 mensilità) avrebbe nell’anno 15.730 euro netti. Con l’Ape sociale percepita a 63 anni avrebbe 1.325 euro netti al mese per 12 mensilità, pari a 15.900 euro in un anno.
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