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Un nuovo capitolo della storia dell’impianto inaugurato nel 1928: l’«Atleti Azzurri d’Italia cambia ancora volto».

Un viaggio nel tempo, con un occhio al glorioso passato dell’«Atleti Azzurri d’Italia» e l’altro al futuro di uno stadio che si avvia a diventare sempre più moderno e all’inglese. Martedì 30 giugno è stato presentato il primo passo verso il restyling completo dell’impianto di viale Giulio Cesare: la sistemazione delle due tribune. Un progetto concepito dallo studio De8, da sempre partner di Antonio Percassi, patron dell’Atalanta, in diverse iniziative, e presentato da Mauro Piantelli.

I due parterre delle tribune saranno rifatti, per una riduzione dei posti stimata in 2300 presenze: la capienza del Comunale passa così da 24 mila e 300 spettatori a 22mila, con un perdita di 1300 in Tribuna Centrale, causa anche la modifica degli sky box per i giornalisti e di 1000 in parterre Creberg.

Spariranno gli storici posti per la stampa nella zona alta della tribuna, le scale utilizzate per raggiungerli e ne nasceranno nuovi, più confortevoli e moderni, ancorati alla struttura della stessa Centrale.

Mentre sono già state riaperti i finestroni della tribuna del 1928, che permetteranno un’altra visuale sulla città e sui colli di Bergamo: sarà come sentire lo stadio a stretto contatto con Bergamo, non una struttura fredda, isolata ve grigia come si è trasformata nel corso dei decenni.

Capitolo spesa: il totale può arrivare ai 3,5 milioni di euro, 2,2 dei quali finanziati dall’Atalanta e il resto del Comune, che garantirà le spese per quanto riguarda la struttura dei disabili, la cabina di trasformazione e i fari.

Un nuovo capitolo della storia dello stadio inaugurato nel 1928 e che mette definitivamente fine all’ipotesi di costruirne uno nuovo in qualche altra zona della città e dell’hinterland.

Dopo le tribune sarà la volta delle curve, che verranno raddrizzate e raccordate alle gradinate esistenti e in via di restyling. Il progetto è ancora in fase di definizione dei dettagli, ma alla fine Bergamo avrà il suo stadio all’inglese, fatto (e rifatto) per il calcio.

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