Verdello, pendolari «ostaggi» del treno
Porte bloccate: «Siamo scesi a Pioltello»
L’ultima disavventura di Trenord è andata in scena nel tardo pomeriggio di lunedì 27 aprile.
«Sul treno 10812 partito da Bergamo alle 18,32 si è verificato un increscioso episodio in quanto alla stazione di Verdello-Dalmine nessuna porta di nessuna carrozza era apribile, tanto che nessun passeggero è riuscito a scendere e nessuno ha potuto salire. Il treno è dunque ripartito senza il dovuto fischio». Lo denuncia una pendolare in una lettera a Trenord.
«Tutti ci siamo recati sul primo vagone per chiedere al macchinista di fermare almeno alla prima stazione utile di Treviglio ma anche la porta d’accesso alla motrice era chiusa a chiave. Avendo prontamente telefonato, la polizia ferroviaria rispondeva che avrebbe contattato il capotreno o il macchinista per risolvere immediatamente il disagio ma purtroppo la fermata di Treviglio veniva superata. Quando finalmente il capotreno ha raggiunto tutti noi, ormai confluiti nella prima carrozza, non pervenivano nè spiegazioni sull’ accaduto nè tantomeno le scuse che, a quel punto auspicavamo. Siamo stati lasciati a Pioltello e abbiamo preso il treno verso Verdello delle 19,26. Siamo arrivati a destinazione con quasi ora di ritardo. Chiedo delucidazioni nel merito e che le relative responsabilità siano accertate». E la voce si è diffusa anche sul profilo twitter dei pendolari bergamaschi.
Qualcuno presente su questo treno può confermare? #Bergamo #Trenord #pendolari #Milano https://t.co/9ns6pC2sCB
— Comitato PendolariBG (@ValeCPBg) 27 Aprile 2015
Ricostruzione confermata da un altro passeggero: «Quella riportata sopra è la mail inviata dallo smartphone da uno di noi pendolari durante il viaggio “forzato” a Pioltello, per la mancata apertura delle porte del treno. Eravamo una quindicina e, basiti, ci siamo trovati di fronte a questo episodio. Devo precisare che sul treno non era presente alcun controllore e le porte non sono state aperte per una “dimenticanza” del macchinista (questo è quanto ci è stato riportato dal capotreno, che era “barricato” nella cabina di guida della motrice)» spiega il compagno di (dis)avventura.
«La domanda è questa: il capotreno non dovrebbe almeno affacciarsi da un finestrino per accertarsi che coloro che scendono e salgono lo facciano senza problemi (un disabile una mamma con carrozzina , un anziano, potrebbero anche avere difficoltà)? Il capotreno non solo non ha controllato che il macchinista aprisse le porte pneumatiche, ma era totalmente incredulo quando ci ha raggiunti nella carrozza di testa, avvertito per telefono dalla Polfer.... Questo è quanto. No comment».
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