Veranda «abusiva»: Gori è tranquillo
Ma piovono critiche: «Chiarisca»

A «mangiare» nella veranda di Giorgio Gori - nel piatto servito da Daniele Belotti - ci sono i big del centrodestra. È stato il segretario provinciale della Lega a sollevare il caso del presunto abuso edilizio nella villa di via Porta Dipinta del candidato sindaco del centrosinistra.

A «mangiare» nella veranda di Giorgio Gori - nel piatto servito da Daniele Belotti - ci sono i big del centrodestra. È stato il segretario provinciale della Lega a sollevare il caso del presunto abuso edilizio nella villa di via Porta Dipinta del candidato sindaco del centrosinistra.

Un porticato che sarebbe stato allargato e chiuso, senza autorizzazioni, in una zona vincolata ai piedi di Città Alta, e che ora rischia di mettersi di traverso alla campagna elettorale di Gori.

Si va avanti a colpi di Facebook, comunicati e uscite pubbliche, da Renato Brunetta a Giorgia Meloni fino a Matteo Salvini, tutti - con mille sfumature, dal garantismo azzurro al «ritirati» verdepadano - hanno ripreso in mano la «bomba» (che potrebbe non essere l’unica, perché il terreno pare essere molto minato), chiedendo che si faccia chiarezza.

Il diretto interessato, intercettato iall’incontro con la presidente della Camera Laura Boldrini, tira dritto. «Gli architetti – spiega Gori – mi hanno assicurato che le cose sono state fatte bene e che posso star tranquillo. I pannelli sono rimovibili, del resto sono già stati tolti e messi altre volte».

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