Ancora una volta i controlli della Guardia di Finanza hanno portato alla luce casi di lavoro nero e clandestinità. Questa volta al centro delle ispezioni è stata la Valle Imagna dove la brigata di Cisano la scorsa notte ha posto sotto sequestro i locali di cinque laboratori tessili clandestini gestiti da personale cinese. Trenta fiamme gialle, con il supporto anche del personale dei baschi verdi del Comando della Compagnia di Bergamo, hanno scoperto un capannone industriale all’interno del quale, oltre a confezionare clandestinamente biancheria per la casa, erano stati realizzati veri e propri dormitori dove i lavoratori clandestini vivevano, mangiavano e dormivano in pessime condizioni igieniche. All’arrivo delle forze dell’ordine, i clandestini hanno cercato di nascondersi all’interno di improvvisati rifugi ricavati dal cartone o sotto manufatti precedentemente realizzati e nella legnaia, fuori dal caseggiato dove è stata costituita la fabbrica. Altri laboratori sono stati invece individuati a Capizzone, Corna Imagna e Santo Omobono Terme e i militari hanno sequestrato in tutto 60 macchine da cucire, 4 compressori, 3 fustellatrici e una postazione di stiratura. I cinque titolari dei laboratori tessili, anche loro di origine cinese, sono stati denunciati per illecito utilizzo di manodopera clandestina. Inoltre, all’interno delle aziende, sono stati scoperti 41 immigrati cinesi che lavoravano in nero. Tra di loro, 25 sono risultati clandestini: per uno dei quali è anche scattato l’arresto per non aver ottemperato ad un precedente decreto di espulsione. I 25 clandestini sono stati trasferiti in Questura dove sono state avviate le procedure per il rimpatrio.
(01/02/2005)
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