Università, primo faccia a faccia
tra i quattro aspiranti rettori - Video

Sul palco Maccarini, Molinelli, Morzenti Pellegrini e Riva. Prima votazione il 9 settembre.

Quattro professori candidati, primo confronto pubblico nella corsa al rettore dell’Università di Bergamo. Sul palco Giancarlo Maccarini (Ingegneria), Piera Molinelli (Lettere), Remo Morzenti Pellegrini (Giurisprudenza) e Paolo Riva (Ingegneria). Toni moderati e programmi sul tavolo in attesa del voto previsto per il 9 settembre al seggio di via dei Caniana per il successore di Stefano Paleari. Nel caso nessun candidato raggiungesse la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, il voto proseguirà nelle giornate dell’11 e del 14 settembre. Dovesse rendersi necessaria una quarta votazione, questa avverrà il 16 settembre con il sistema del ballottaggio tra i due candidati che nell’ultima votazione avranno riportato il maggior numero di voti.

Sono chiamati alle urne professori, ricercatori, personale dirigente, amministrativo e tecnico e rappresentanti degli studenti. Il nuovo rettore entrerà in carica il 1° ottobre per un mandato di sei anni.

Ogni candidato ha avuto a disposizione un quarto d’ora per presentare il proprio programma, in più spazio libero per le domande. «Sono stato sollecitato da più parti a presentare la candidatura. L’Università deve crescere ancora, ma in qualità: mi propongo in continuità di metodo ma da una prospettiva diversa» ha esordito Morzenti Pellegrini. Che ha presentato una visione dell’Università in tre punti: «Sviluppo più armonico, eliminazione delle residue diseguaglianze, mantenimento e valorizzazione delle differenze».

Dopo di lui, spazio a Maccarini: «Serve attenzione alla didattica e alla ricerca, ma anche per il territorio che sento non ci conosce ancora appieno. Dobbiamo farci conoscere attraverso grandi eventi, conferenze e far fruttare la multidisciplinarità» ha spiegato. Due i criteri secondo i quali impostare il lavoro: «Condivisione delle decisioni e gestione non clientelare».

Per Piera Molinelli «lo spazio universitario non deve essere solo territoriale, ma vissuto. L’Università non è un osservatorio, non è un’aggregazione senza progetto. Bisogna lavorare sulla qualità diffusa, salvaguardando la nostra dignità e quella degli studenti, ragionare su obiettivi pluriennali, basta con le emergenze». Perché emergenza «vuol dire non discutere, e questo non va bene».

Riva indica diverse priorità: «Dobbiamo puntare su tante cose: didattica, ricerca, e dobbiamo essere bravi ad intercettare il talento, perché quando c’è tutti se ne avvantaggiano».

E ancora: «Processi decisionali chiari e trasparenti, perché l’Ateneo deve crescere, e con lui anche i docenti e il personale Ata. Mi candido per mettere a disposizione il mio entusiasmo e per un’Università più inclusiva e dinamica». Nei prossimi giorni, Riva e la Molinelli manderanno un documento condiviso : «Nessun condominio elettorale, ma idee di base comuni» sottolinea la seconda.

© RIPRODUZIONE RISERVATA